Musica ragazzi!
Diego Matheuz dirige l’orchestra giovanile Mach per l’apertura del festival classico sul lago di Como
«Io sono nato come violinista e cresciuto come uomo e musicista in questa esperienza; riproporla ad altri giovani in questo luogo meraviglioso, assieme a tanti amici, è una vera gioia». Domani Diego Matheuz inaugurerà la 15a edizione di «Musica sull’acqua», panoramico festival tra scorci e borghi che si specchiano nel lago di Como. Lo farà dirigendo la Mach Orchestra, acronimo di Music Art Creativity Hub: «Un laboratorio creativo in cui grandi professionisti insegnano l’arte di suonare in orchestra a giovani provenienti da Paesi sudamericani come Bolivia e Colombia ed europei, tra cui greci e italiani», dice Matheuz, «sono arrivati lunedì, si studia e si prova dalle 10 del mattino alle 11 di notte perché vogliamo preparare al meglio il programma: siccome il tema conduttore è il sogno ho pensato a tre Serenate, di Bernstein, di Britten e di Mozart». Ad istruirli ci saranno professori dell’orchestra Mozart, di Santa Cecilia, della Lucerne Festival Orchestra e della Simon Bolivar, la formazione simbolo de «El Sistema» inventato cinquant’anni fa in Venezuela da Antonio Abreu. «Centinaia di orchestre infantili e giovanili che hanno cambiato la vita a quasi un milione di giovani, spesso provenienti da situazioni di grave disagio sociale. Io ero entrato a 10 anni nell’orchestra infantile di Barquisimeto, assieme a Gustavo». Gustavo Dudamel è stato il primo rinomato ambasciatore del Sistema, arrivando a dirigere alla Scala e in tutto il mondo; così come ha fatto Matheuz: «Da piccoli giocavamo a pallone nelle pause: si provavano anche tre sinfonie di Mahler nello stesso giorno. Passando sul podio ho continuato a giocare con i bambini che avevo davanti; qui a Morbegno i tempi sono troppo stretti, ma qualche passeggiata e un po’ di chiacchiere in qualche locale non mancano mai». Gli amici con cui condividere questo progetto sono i musicisti con cui Matheuz ha suonato: «Conobbi Abbado quando venne a dirigere la Simon Bolivar; mi invitò a suonare nell’orchestra che aveva creato, la Mozart; un giorno, saputo che avevo iniziato a studiare direzione, senza preavviso mi chiese di lasciare il violino e prendere la bacchetta per l’ultimo movimento della settima sinfonia di Beethoven. Funzionò, e mi portò al Festival di Lucerna come suo assistente». Proprio la presenza nella Mach di musicisti delle realtà legate al nome di Abbado, della Mozart, della Lucerna e della Simon Bolivar sancisce la bontà del lavoro: «Claudio è assieme ad Abreu la figura fondamentale non solo per la mia carriera ma per la mia vita, unire le realtà segnate dal loro carisma è innanzitutto un segno di gratitudine». Il 7 luglio, all’Abbazia di Piona, Matheuz dirigerà un’altra orchestra del festival, questa volta di soli giovani, mentre sette giorni dopo a Gravedona il direttore artistico e violinista Francesco Senese sarà accompagnato al piano da André Gallo nelle Sonate di Fauré. Il 22 a Colico omaggio a Vadéz e al jazz cubano con Alexis Cardenas.