Pessina stupisce, per Zapata e Tumminello serve tempo
La sorpresa, oltre al risultato e come è maturato, nella sfida tra Atalanta e Sarajevo, ha riguardato il centrocampo nerazzurro. Perché nessuno si aspettava l’esordio assoluto con la maglia nerazzurra di Matteo Pessina. Un’intuizione felice di Gasperini, che sta tenendo sottocchio questo ragazzo da parecchio. Perché il numero 22 di scuola Milan, ingaggiato dai Percassi nell’affare che ha portato un anno fa Conti in rossonero, ha sbagliato poco o niente. Dimostrando una maturità, in un ruolo delicato come quello di playmaker in mezzo al campo, difficile da scovare in un 21enne. Senza contare che Pessina si è trovato catapultato in Europa senza aver mai giocato una sola presenza in Serie A (nel curriculum ha tre stagioni in C e una in B, l’ultima, in Liguria con lo Spezia). Bravo con la palla tra i piedi, uso indifferente del destro e del sinistro, e con spirito di sacrificio. Senza paura di andare in tackle. Capace di dettare i tempi sullo stretto oppure di dare aria al gioco con lanci di svariati metri. Insomma, ha il pedigree perfetto per il centrocampista gasperiniano. Tanto è vero che, nel caso Freuler trovasse un minimo di condizione per la sfida di ritorno in Bosnia di Europa League, non è automatico che il sacrificato sia Pessina.
Per un esordiente che ha rincuorato i tifosi, ce ne sono due che sono rimasti degli oggetti misteriosi. Tumminello non ha nemmeno avuto il tempo di mettersi in mostra, considerati i sette minuti più recupero nei quali è stato impiegato. Zapata, invece, ha avuto più occasioni. Come quella che ha mancato di un soffio e che poteva mandare definitivamente al bar gli ospiti. Il colombiano, però, ha la scusante del corpo massiccio che andrà a temperatura sicuramente in ritardo rispetto agli altri. Potrebbe già essere tiepido per giovedì e potrebbe essere utile per scaldare il risultato.