Il «Cavaliere» alla conquista di New York
Alla Frick Collection nel 2019
Anticipando la notizia della mostra, il «New York Times» ha definito il Moroni «uno sconosciuto pittore del Rinascimento...». Ma gli esperti della prestigiosa Frick Collection sono convinti che i ritratti del Maestro conquisteranno New York.
Il «Cavaliere in rosa», con cappello piumato nella mano sinistra e spada nella destra, vestito alla spagnola, con gote arrosate e sguardo fiero, lascerà Palazzo Moroni insieme alla sua sposa, Isotta Brembati. Tra i migliori ritratti a figura intera eseguiti da Giovan Battista Moroni, partiranno per New York. A fargli compagnia anche i coniugi Spini e il ritratto di Isotta Brembati Grumelli, conservati in Accademia Carrara. Destinazione:
Frick Collection. Museo a due passi da Central Park, un tempo casa del magnate dell’acciaio Henry Clay Frick, è una sorta di Poldi Pezzoli newyorkese, che dal 21 febbraio al 2 giugno 2019 ospiterà la prima grande mostra dedicata al pittore del Cinquecento allestita negli Stati Uniti: «Moroni: le ricchezze del ritratto rinascimentale», a cura di Aimee Ng.
Ad anticipare la notizia, qualche giorno fa, un articolo del New York Times. E sarà una scommessa. Perché sul quotidiano Moroni è definito «uno sconosciuto pittore del Rinascimento... La storia dell’arte è disseminata di pittori e scultori significativi che non hanno mai raggiunto lo stesso livello di fama di alcuni loro coetanei. A volte queste omissioni sono giustificate da una disparità di competenze, ma in alcuni casi sfortuna, pregiudizio o incomprensione impedivano agli artisti di ottenere il riconoscimento», scrive Peter Libbey.
Per il giornalista l’esposizione alla Frick consentirà ai newyorkesi di giudicare e decidere se l’artista meriti di essere considerato tra le figure più famose del suo tempo.
Questa mostra lancerà Moroni negli Usa, come fece nel 2000 quella della Carrara con Baschenis? «Certamente, ma trovo sia molto diverso il contesto», risponde Lucretia Moroni. Artista, fotografa e decoratrice, da oltre trent’anni vive a New York. Discendente del conte Pietro Moroni — che nell’agosto del 1817 acquistò da Marcantonio Fermo Grumelli il «Cavaliere in rosa» e altri due dipinti del pittore di Albino, come saldo di un debito —, è la proprietaria di Palazzo Moroni, nonché presidente della fondazione che lo gestisce. I primi contatti con la Frick Collection risalgono a un paio di anni fa. «La richiesta di prestito arrivò tramite Guja Ajolfi, nostra curatrice e guida ufficiale, fin da prima della nascita della fondazione, quando mio padre era ancora in vita — racconta la contessa —. Arturo Galansino e Simone Facchinetti, già curatori dell’esposizione su Moroni alla Royal Academy di Londra nel 2014, la chiamarono per presentarle Aimee Ng e Xavier Salomon, a cui mostrare la collezione del palazzo. L’idea della mostra e la richiesta ufficiale per il “Cavaliere in rosa” e il ritratto di Isotta Brembati si sono concretizzate l’estate scorsa».
In merito all’organizzazione dell’allestimento Lucretia Moroni commenta: «Sono stata molto favorevole a questa iniziativa, la ritengo una grande occasione per far conoscere questi capolavori al pubblico americano, che spero si entusiasmi abbastanza da voler poi conoscere la cornice che li accoglie, Palazzo Moroni e la meravigliosa Bergamo».
Da quanto riporta il New
York Times, la mostra dovrebbe comporsi di 14 oggetti e 22 dipinti. Tra questi anche i ritratti in arrivo dall’Accademia Carrara: Bernardo Spini, la moglie Pace Rivola Spini e una giovane Isotta Brembati Grumelli, seconda moglie del “Cavaliere in rosa”, alias Gian Gerolamo Grumelli, poetessa e figura di rilievo nella vita culturale bergamasca della seconda metà del Cinquecento. «È importante che un grande artista come Moroni venga riconosciuto all’estero in una delle principali collezioni statunitensi, come la prestigiosa Frick — dice Maria Cristina Rodeschini, direttore della pinacoteca —. Sono operazioni culturali che funzionano per il museo e per la città».