La Fondazione apre le porte alle università
Si studiano anche collaborazioni con il Museo delle Storie di Bergamo e con il Fai
La seconda domenica del mese, di pomeriggio, Palazzo Moroni apre i battenti, in via Porta Dipinta al civico 12: cortile e giardino all’italiana, atrio e scalone d’onore, espressione d’arte barocca, sale, mezzanino e la quadreria, dove spiccano i capolavori di Giovan Battista Moroni, gli affreschi di Gian Giacomo Barbelli, per citare alcune bellezze a palazzo.
Costruito per volontà di Francesco Moroni, dal 2009 è gestito dalla Fondazione Museo che persegue un duplice obiettivo: lo studio, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio e la promozione di iniziative, dibattiti, eventi culturali, dal respiro nazionale e internazionale.
«La Fondazione — dice la presidente Lucretia Moroni — ha intrapreso un percorso di sviluppo per portare all’attenzione della città, dei bergamaschi, di studiosi, appassionati e turisti, il nostro importante patrimonio. Nei mesi scorsi abbiamo lavorato alla catalogazione della collezione artistica, mentre il giardino storico e l’ortaglia sono in fase di rinascita e sviluppo, grazie alla collaborazione e progettazione dell’architetto Pietro Gellona». Tra i vari progetti la presidente cita quello dedicato allo studio e alla conservazione dell’archivio storico, con testimonianze della famiglia Moroni a partire dal 1300.
Ma la Fondazione vuole anche stringere «collaborazioni con importanti realtà del territorio, come il Museo delle Storie di Bergamo, per alcune proposte educative dedicate alle scolaresche, e il Fai Giovani cittadino per appuntamenti speciali come quello di venerdì, San Lorenzo, Notte di Stelle a Palazzo Moroni».
Tra le speranze quella di realizzare workshop con le università italiane e straniere. Per ora, grazie ai collaboratori, il palazzo apre le porte per visite guidate esclusive o pubbliche e al cinema in giardino.