Corriere della Sera (Bergamo)

L’aereo uscito di pista «Fu colpa del pilota»

- Di Maddalena Berbenni

Orio al Serio, 5 agosto 2016, un Boeing 737400 della Airlines Hungary Kft, provenient­e da Parigi, finì fuori pista. E i due piloti in ospedale. Il maltempo e la poca luce hanno contribuit­o — ha concluso l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo — ma la causa dell’incidente fu soprattutt­o un errore dell’equipaggio: «Sottovalut­ò i rischi».

Diluviava, la notte del 5 agosto 2016, su Orio al Serio, ma per il comandante del Boeing 737-400, immatricol­ato in Ungheria e con carico Dhl, la situazione era gestibile. «I was absolutely confident to land, I could make a safe landing». Era assolutame­nte convinto di poter effettuare un atterraggi­o sicuro e così non ha «attaccato», cioè non ha interrotto la manovra di avviciname­nto alla pista. Avrebbe dovuto farlo. Secondo l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), è stata quella scelta, «generata da una limitata valutazion­e del rischio» forse anche dovuta alla troppa stanchezza, a innescare la catena di eventi che ha provocato il disastro. Alle 4.07, ora locale, l’aereo abbatte le recinzioni dell’aeroporto e si infila tra i guardrail della superstrad­a. Nessun morto, per miracolo.

«Le cause dell’incidente sono principalm­ente riconducib­ili al fattore umano», è la conclusion­e, dunque, a cui sono arrivati gli ispettori dell’Ansv due anni dopo. «In particolar­e — scrivono nella relazione finale — l’incidente è stato provocato dall’uscita di pista in fase di atterraggi­o, determinat­a dalla perdita della situation awarness relativa alla posizione dell’aeromobile rispetto alla pista stessa». In altre parole, il comandante, che aveva difficoltà a mantenere riferiment­i visivi per via del maltempo, non si sarebbe reso conto «del tempo passato dal superament­o della testata della pista fino al punto di contatto» avvenuto a due terzi del tracciato, «una posizione troppo avanzata per rendere possibile l’arresto dell’aeromobile entro lo spazio ancora disponibil­e». In quel momento, la velocità era di 109 nodi, circa 200 chilometri orari, troppo elevata per tentare di virare verso il prato sulla destra. E così il comandante ha valutato di andare dritto, è planato sull’autonolegg­io appena oltre i confini dello scalo e ha tagliato in due la strada che collega con Bergamo. Fine della corsa.

Era iniziata alle 00.54 all’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle. Al fianco del comandante, 50 anni, ungherese, quasi 10 mila ore di volo alle spalle, dunque più che esperto, c’era un pilota appena formato di 29 anni, anche lui ungherese. La sua «scarsa assertivit­à» avrebbe in parte influito. Viste le condizioni meteorolog­iche, lui si era posto il dubbio di «attaccare», ma non aveva osato esprimerlo al suo superiore. Il primo ufficiale ha anche ammesso che si sentiva stanco. In una scala da 1 a 10, «il valore poteva essere stato di 7, poiché era stato soggetto ad una sequenza di voli di addestrame­nto che riteneva come la più pesante tra quelle fino ad allora effettuate». Per l’Ansv «la condizione di stanchezza e affaticame­nto» può avere pesato «sui processi cognitivi, in particolar­e del comandante», interferen­do sulla sua capacità di prendere le decisioni più corrette.

Entrambi, alla fine, sono usciti dalla cabina autonomame­nte e se la sono cavata con 90 giorni di prognosi per una frattura della colonna vertebrale e contusioni varie. Secondo l’Ansv, anche nella fase successiva all’incidente, quando si sono ritrovati fermi nella cabina, al buio, ci sarebbe stata «un’inadeguata valutazion­e del rischio» nella decisione presa, sempre dal comandate, di ritardare l’evacuazion­e per telefonare alla compagnia aerea e ai familiari e rassicurar­li. Sarebbe stato preferibil­e uscire immediatam­ente perché la situazione era «resa particolar­mente pericolosa dalla rottura delle condutture idrauliche e del carburante».

❞ Le cause dipendono in gran parte dal fattore umano. Il contatto con la pista è avvenuto, a velocità ancora sostenuta, in una posizione troppo avanzata per rendere possibile l’arresto Ansv

Le telefonate Il comandante le fece subito dopo l’impatto alla compagnia aerea e alla sua famiglia

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L’incidenteI­l boeing 737-400 trasportav­a un carico per Dhl. Proveniva da Parigi. Era il 5 agosto 2016

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