Da cava Brebemi a laghetto per lo sci d’acqua
L’impianto per il wakeboard (la monotavola) aprirà lunedì
È come lo snowboard ma si chiama wakeboard e la tavola scivola sull’acqua. Da lunedì si potrà praticare nel laghetto di Covo, l’ex cava di scavo di Brebemi. Un’idea di Filippo Livraghi che ha vinto il bando del Comune.
L’ex cava di prestito di Brebemi di Covo diventa il primo tempio bergamasco, in pianura, per gli amanti di sci d’acqua nella sua variante più moderna chiamata wakebord, la monotavola che, come lo snowboard sulla neve, conquista sempre più appassionati . Da lunedì l’impianto sarà attivo al laghetto nato al confine con Calcio. Dove prima c’erano i campi della cascina Bazzarda, adesso c’è uno specchio d’acqua sorgente ampio 150 mila metri quadrati, dall’azzurro intenso. Con l’area verde circostante e le sponde i metri quadrati sono 250 mila: dal 2014 aspettavano nuova vita dopo aver fornito prima 1,8 milioni di metri cubi di ghiaia ai cantieri dell’A35 e poi un milione a quelli dell’Alta velocità TreviglioBrescia.
Riqualificate le sponde, l’area è stata ceduta al comune: un onere pesante, visto che solo per mantenere il verde servono 25 mila euro all’anno. Dopo un cambio di destinazione d’uso, da agricola a ricettivo-turistica, la decisione di mettere l’area a bando cercando privati che se ne facessero carico. Ed è a questo punto che la strada di Filippo Livraghi, 36enne di Soncino, si incrocia con quella del laghetto. Un passato da assicuratore, da sempre appassionato di sport acquatici, da qualche anno Livraghi si è innamorato del wakeboard, la versione dello snowboard da praticare sull’acqua. «Dal 2009 frequento un laghetto nel Bresciano dove degli amici hanno allestito una struttura per praticarlo — racconta —. Ma volevo un posto mio dove tutti possano provare l’emozione di volare sull’acqua».
Una scelta di vita per Livraghi, che ha vinto il bando del comune ottenendo poi l’ex cava per i prossimi 20 anni. Da giugno ha iniziato ad allestirla investendo i suoi risparmi, scontando però ritardi per la burocrazia e non solo. «Purtroppo a metà luglio — racconta — abbiamo subito un furto. Nella notte sono entrati nell’area portandosi via il compressore, un trattorino tagliaerba e materiali da costruzione». Per recuperare il tempo perso ora fervono i lavori nell’Oasi Santa Barbara, il nome scelto da Livraghi: è in preparazione il punto ristoro e la spiaggia solarium mentre il «cable», la struttura che permette di praticare il wakeboard, è già pronta. «Questa disciplina nasce con il traino di una barca — precisa — ma per evitare l’inquinamento dell’acqua siamo ricorsi a questo tipo di impianto».
Sono stati posizionati due tralicci sulle sponde del laghetto, tra loro corre una navetta su un cavo azionata da un motore elettrico. A questo è agganciato il cavo che poi traina a 28 chilometri l’ora il wakeboardista facendolo planare sull’acqua. Il tragitto è lungo 150 metri, a metà la navetta si arresta dando il tempo di effettuare la manovra di inversione percorrendo un semicerchio. «Ogni sessione durerà 15 minuti — dice Livraghi —. Abbiamo già ordinato anche le “spine”, trampolini da mettere in mezzo al laghetto che permetteranno ai più esperti di effettuare dei salti e delle evoluzioni.Il wakeboard però è adatto a tutte le età». Ma non sarà l’unica attività nell’ex cava. Livraghi intende farla diventare un centro aperto a tutti gli sport e gli hobby legati all’acqua. Ci sono già contatti con una scuola sub e con un gruppo di hobbysti di Brescia che costruisce modellini di navi a vela.
Le attività Si chiamerà Oasi Santa Barbara: contatti anche con una scuola sub e hobbysti di navi a vela