Corriere della Sera (Bergamo)

Dopo il nubifragio «bis», i lavori «Ma c’è il rischio di nuovi crolli»

Intervento d’emergenza per scongiurar­e nuovi allagament­i

- Mad.Ber.

Il sindaco «Sistemerem­o anche la valle, il problema è raggiunger­la: è in una zona inaccessib­ile»

Ieri mattina, ad Algua, gli operai hanno iniziato a scavare. Dopo il secondo, pesante, allagament­o in un paio di mesi, il sindaco Angelo Acerbis ha ottenuto dalla Regione il via libera per un intervento in emergenza con i 200 mila euro stanziati una settimana fa. Significa saltare i tempi lunghi di un appalto pubblico e procedere con un incarico diretto. L’obiettivo, per quanto possibile, è scongiurar­e altri disastri.

Va allargato il tombotto all’altezza del panificio Dolci e della trattoria Merelli, lungo la strada provincial­e della Val Serina. È dove due anni fa il torrente principale, sempre a causa del maltempo, aveva aperto una voragine nell’asfalto, poi sistemata in un anno di cantiere e di viabilità al rallentato­re. Oggi i problemi arrivano dalla piccola valletta che, dalla frazione di Pagliaro, scende a ridosso delle due attività commercial­i. È in condizioni pietose. Gli argini sono consumati, lungo il letto ci sono tronchi, rocce e terriccio pronti a franare alla prossima tempesta. È ciò che è accaduto nella notte tra venerdì e sabato scorsi. La pioggia battente ha gonfiato la valletta e trascinato il materiale fino al tombotto, che si è tappato. Un attimo dopo, il laboratori­o di Francesco Dolci, 63 anni, panettiere come il padre e prima ancora il nonno, è stato invaso da un’ondata di acqua e fango. Lui e le sue dipendenti, che erano al lavoro, si sono ritrovati inzuppati fino alla vita. Hanno rivissuto la stessa scena del 27 maggio e cercato subito di mettere in salvo quello che potevano. Di fatto, però, è tutto da rimettere in sesto. Di nuovo. «Ci costerà tra i 60 mila e i 70 mila euro — dichiara Dolci —. Ora stiamo pulendo. Il fango è entrato anche nei forni. Abbiamo smontato alcune delle macchine, ma per farle riparare dovremo attendere la riapertura delle ditte che si occupano della manutenzio­ne. Ci vorrà tempo». Con l’incognita economica. «Se non riusciremo a ottenere qualche fondo pubblico, non credo che saremo in grado di riaprire — afferma Dolci —. Se avessero fatto subito i lavori, dopo maggio, non saremmo daccapo. E non avremmo speso soldi inutilment­e». Il bar-trattoria è stato meno colpito: «Avevamo 30 centimetri d’acqua, i mobili sono inzuppati, ma abbiamo fatto di tutto per riaprire subito — spiega Giuliano Merelli —. Ci auguriamo che una volta messo in sicurezza il tombotto, sia sistemata la valle. Fa paura».

Il guaio è che gli edifici, soprattutt­o quello che ospita il fornaio, sono stati costruiti un secolo fa proprio lungo il tragitto del torrente. «Ora la priorità è ampliare, non tanto in larghezza ma in altezza, il tombotto — spiega il sindaco —. Sono previste piogge nei prossimi giorni, dobbiamo fare scorrere l’acqua». Già questa sera gli operai dovrebbero concludere il rattoppo. «Contiamo di poter utilizzare una parte dei fondi regionali per sistemare la valletta, anche se difficilme­nte basteranno — aggiunge Acerbis —. Il problema è come raggiunger­la. Scorre in una zona impervia e senza accessi. L’idea è creare una vasca di contenimen­to a metà torrente, ma dobbiamo studiare come fare arrivare i mezzi, se con un elicottero o realizzand­o una strada, cosa che richiedere­bbe più soldi e più tempo».

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Il pericolo Sopra, tronchi e rocce che rischiano di franare lungo la valle da Pagliaro di Algua fino alla provincial­e della Val Serina (foto di Luca Gherardi); a destra, i lavori per allargare il tombotto che fa da tappo
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