L’Händel ritrovato diventa una suite per il liuto di Pavan
Dedicarsi alla musica antica talvolta assomiglia a un’indagine investigativa alla scoperta di manoscritti e spartiti celati magari da secoli in biblioteche e archivi pubblici e privati, opere e musiche credute perdute o di cui addirittura non si conosceva l’esistenza. Un’attività ben nota a Franco Pavan, liutista da trent’anni impegnato nella riscoperta del repertorio di quello che tra Sei e Settecento era lo strumento dei virtuosi; oggi al pubblico di Milano Arte Musica offre una sontuosa monografia handeliana, replicandola tre volte per permettere al maggior numero di appassionati di avvicinarsi anche fisicamente al suono tenue, ma espressivo e fascinoso del liuto (cortile della Basilica di Santa Maria della Passione, ore 16.30, 18.30 e 20.30, via Conservatorio 16, € 15). «Propongo una vera e propria suite, con tanto di Aria, Minuetto, Sarabanda, Ciaccona e Giga, trascritta dalla sua prima opera teatrale, “Almira”, contenuta nel manoscritto che fu di Lord Danby, appassionato liutista morto a 21 anni di vaiolo, e conservata nella Sibley Library di Rochester», spiega Pavan. «Vi sono anche trascrizioni di altri pezzi andati persi nelle versioni originali, come un’Ouverture e una Gavotta nei cui incipit è indicato “Del Sig. Handel”. Per formare una suite completa ho integrato questi brani con altri tratti da una suite, forse per cembalo, le cui trascrizioni per liuto si trovano in un manoscritto ritrovato a Varsavia».