La rivoluzione: magnesio su auto e aerei
Una risorsa comune alla base dei processi industriali dopo 4 anni di ricerca
Il magnesio, questo sconosciuto. Alle soglie del 2020, quando si pensa che il know how industriale delle materie prime possa aver raggiunto ogni grado di conoscenza, ecco spuntare impensabili utilizzi. L’idea rivoluzionaria, la tecnologia di una pensata industriale che porterà il magnesio da risorsa comune (è l’ottavo elemento più abbondante e costituisce il 2% della crosta terrestre, ma anche il terzo per abbondanza tra le componenti marine) a materia d’uso nei processi industriali e di prodotto, dall’automotive alle componenti di aeromobili e missili, ad applicazioni biomediche, è in capo ad un industriale bergamasco, Antonio Vittorio Rota, 64 da Almenno San Salvatore, amministratore unico di Rota Group.
Un autentico self made man che, dopo essersi appassionato al lavoro del padre, anodizzatore con esperienza su grandi costruzioni all’avanguardia per i tempi, «fin da quando avevo i pantaloncini corti» afferma con malcelato orgoglio, una volta preso il diploma di perito chimico ed essere entrato nell’organico di Ossidazione Anodica, (azienda attiva dal 1978 nell’ossidazione dell’alluminio con sede a Paderno Dugnano) nel 1997 decide di fare il grande passo. Rileva il piccolo plant industriale in cui era impiegato da 5 anni, 10 operai e 350 metri quadrati in tutto, per lanciarsi nell’avventura. Il dado è tratto e oggi RotaGroup, con 60 dipendenti, su un’area di 7 mila metri al coperto e altrettanti all’aperto a Pozzo d’Adda, con un fatturato annuo di sei milioni e mezzo, non solo è in grado di offrire tutte le competenze e i servizi legati alla filiera di produzione dell’alluminio, ma di proporsi sul mercato con progetti innovativi di ricerca e sviluppo.
Dopo 4 anni di ricerca sulla performante innovazione del magnesio, chiamata PowerCoat, tutto è pronto per il debutto previsto oggi su una scena fieristica internazionale dedicata all’alluminio, «Aluminium 2018», la kermesse che si apre a Dusseldorf. Rota Group ha investito per 4 anni nella ricerca per mettere a punto un processo di elettroceramificazione di leghe di alluminio e magnesio che — già testato in laboratorio — è ora pronto per passare alla produzione industriale. «Il nostro processo, coperto da segreto industriale — afferma Rota — è in grado di rendere questi materiali incredibilmente stabili, duraturi e resistenti, mentre fino ad oggi i trattamenti di protezione del magnesio si sono presentati come scarsamente sostenibili. Oltre ai settori dei trasporti e delle infrastrutture, PowerCoat si è qualificato per i requisiti automobilistici anticorrosione di alto livello e sono in corso test per l’utilizzo in linea di produzione di accessori».
Il prodotto finale, soprattutto in relazione all’automotive, può avere il pregio di essere più leggero. «A tutto vantaggio — spiega Rota — anche di una sempre maggiore sostenibilità ambientale». Il progetto di Rota Group prevede la realizzazione di un primo impianto pilota in provincia di Milano: con operatività a partire dal primo trimestre 2020. L’impianto sarà il modello per la replicabilità e la scalabilità globale, con un piano di crescita a regime nel medio periodo di cinque siti produttivi da dislocare in aree geografiche caratterizzate da un basso costo dell’energia elettrica. «In Italia il costo energetico è di 0,15 euro kw quando in altri Paesi europei se ne spendono 0,060 a kw ed essendo il processo particolarmente energivoro, si spiega il perché di questa scelta», conclude Rota. Per l’impianto di test si è definito un investimento di 5 milioni di Euro, 30 milioni quello complessivo per la replicabilità del progetto a livello mondiale. In fiera PowerCoat sarà presentato alla comunità degli investitori, dei fondi e del capital market, interessati allo sviluppo del progetto.
Il titolare «Processo coperto da segreto industriale, sarà un materiale duraturo e resistente»