Costumista all’opera Il debutto della Facchinetti
La creatività è nel suo Dna. Alessandra Facchinetti, primogenita di Roby, nata a Bergamo nel 1972 dalla prima moglie Mirella Costa, firma i costumi per un allestimento prestigioso, il Don Carlo di Giuseppe Verdi che andrà scena sabato 27 ottobre al Teatro dell’Opera di San Gallen, in Svizzera.
Il lavoro, il più complesso e rimaneggiato dello stesso compositore, sarà presentato in una versione che ne combina due, storiche: quella di Parigi e quella di Modena. La direzione d’orchestra sarà affidata al maestro lituano Modestas Pitrenas, le scenografie a Fabio Cherstich, la regia a Nicola Berloffa che è stato assistente di Luca Ronconi.
«Mia figlia, fin da quand’era bambina, amava confezionare abiti per le sue bambole e vestire le Barbie e, poi, a disegnare è eccezionale, le viene naturale, come per noi respirare — commenta, orgoglioso, papà Roby, che sarà presente con la famiglia al completo alla prima —. Spesso si usa a torto la parola passione, nel caso di Alessandra no, è qualcosa che non ti fa dormire la notte, a cui dedichi tutta la vita, con determinazione e sacrificio, è un’esigenza. Non puoi farne a meno, come per me la musica». Alla figlia, il tastierista e cantante ha dedicato l’album dei Pooh Alessandra, mentre insieme hanno duettato nel brano Din din din. Sorella maggiore di Francesco, la stilista ha lavorato per grandi marchi come Miu Miu, Gucci, Moncler, Valentino, Pinko ed stata direttore creativo per Tod’s.
Nella nuova avventura a teatro è stata chiamata a rendere le atmosfere di lusso e decadenza attraverso gli abiti indossati dagli interpreti come Alexandrina Pendatchanska, Nikolay Borchev, Tareq Nazmi e Alessandra Volpe. Lavorando sulla psicologia dei personaggi verdiani, la Facchinetti ha disegnato 90 costumi per i ruoli principali, realizzati nell’atelier del teatro svizzero: sono divise, marsine e mantelle per gli uomini, abiti sontuosi per le donne. Le tonalità, cupe, variano dal prugna al verde petrolio. «Ringrazio molto Berloffa per l’opportunità che mi ha dato e per l’avermi guidato — ha detto Alessandra —. È stato un bellissimo scambio professionale». Appassionata di musica, cinema e teatro, la stilista ha sempre immaginato che, prima o poi, si sarebbe cimentata nel disegnare costumi. «Cercherò di farlo ancora — dice —, è un percorso parallelo al mio lavoro nella moda, ciascuna di queste esperienze nutre e arricchisce l’altra».