Corriere della Sera (Bergamo)

ISOLATI E INFELICI

- Di Davide Ferrario

Il centro studi Sigest («ricerca e analisi per anticipare le tendenze e i bisogni del mercato immobiliar­e di domani») pubblica un’indagine in cui documenta che negli ultimi mesi le case a Milano sono andate via come il pane. Merito della capacità di attrazione di una città che — con l’Expo — ha saputo reinventar­si. Chi sono i compratori? Grossi player nazionali, come le compagnie di assicurazi­one; e anche semplici privati da Pavia, Crema, Novara, Piacenza. Ma non da Bergamo. Perché, forse non abbiamo le disponibil­ità finanziari­e? Ovviamente no. Il problema è un altro: Bergamo, con Milano, ha dei pessimi collegamen­ti. Tutto il contrario, invece, di quello che sta succedendo a Torino: collegata a Milano dal velocissim­o Frecciaros­sa, la città sabauda in crisi si avvia a diventare il dormitorio di quella meneghina. Noi, invece, restiamo indenni dalla vampirizza­zione dei bauscia a causa di una delle debolezze struttural­i del nostro territorio: i trasporti via terra. Bel paradosso, che adombra contraddiz­ioni nazionali. Il forzato sovranismo orobico si deve attestare su una sorta di decrescita più o meno felice alla Di Maio o deve pensare di superarsi con un’apertura al mercato internazio­nale (o almeno milanese) fatta al prezzo di nuove cementific­azioni alla leghista? Chissà cosa ci riserva il futuro. Poi uno butta, come nel famoso dramma di Arthur Miller, uno sguardo dal ponte (quello di Calusco) e, prima di preoccupar­si del futuro, capisce che fa meglio a preoccupar­si del presente.

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