Provinciali, spada di Damocle sulle liste
Nel mirino lo schieramento di Gafforelli e i numeri della rappresentanza di genere
Nel giorno della presentazione delle liste per le elezioni provinciali scoppia il caso Gafforelli. La lista del sindaco di Calcinate potrebbe non essere in regola con la percentuale di genere: troppi uomini e poche donne. Deciderà la commissione elettorale. In caso di ammissione, Lega e Forza Italia annunciano ricorsi. Il sindaco pd di Ciserano annuncia il voto al candidato di centrodestra, «per aiutare la Bassa».
Nel giorno della presentazione delle candidature per le elezioni provinciali esplode il caso della lista di Gianfranco Gafforelli, che potrebbe rimanere esclusa dal voto. Lo schieramento del sindaco di Calcinate (appoggiato anche dal Pd) potrebbe non superare le forche caudine della commissione elettorale a causa della sua rappresentanza di genere. La lista, infatti presenta 5 uomini e 3 donne. Ma la legge Delrio prevede una rappresentanza massima del 60% di un genere: troppo poche donne, quindi. Togliere un uomo per equilibrare non si può: si andrebbe al di sotto del numero minimo di otto candidati. Ora la palla passa alla Commissione elettorale presieduta dal segretario della Provincia Immacolata Gravallese che dovrà prendere una decisione entro martedì.
Gafforelli non commenta, mentre Lega e Forza Italia sono sicure che la lista avversaria vada bocciata e in caso di ammissione valuteranno un ricorso al Tar. «Sono sorpreso — dice il leghista Gianfranco Masper, capogruppo consiliare uscente —: non ci si aspetta da gente esperta cadute di questo tipo. Leggendo le regole però non ci sono molti dubbi: hanno sbagliato e dovrebbero essere esclusi, a meno che la commisalle sione non riesca a salvarli. Non tifo a favore né contro, tifo solo per le regole».
Anche in caso di esclusione della sua lista, Gafforelli resterà candidato alla presidenza. Ma se dovesse vincere rischierebbe di restare privo di una maggioranza in Consiglio. Lega e Forza Italia sperano che il venir meno della lista cambi anche gli equilibri per la stessa presidenza. Intanto il nemico numero uno dei partiti di centrodestra sembra essere l’astensionismo, visto che si voterà in un giorno lavorativo. Per questo i loro consiglieri uscenti hanno presentato una richiesta per estendere dalle 20 23 l’orario di voto e per allestire, oltre a quello di Bergamo, due seggi nelle Valli e uno nella Bassa. L’appello è stato spedito al presidente in carica Matteo Rossi e al prefetto. «Sono d’accordo su entrambe le proposte ma non ho nessun potere in merito — risponde Rossi —. La decisione è nelle mani della commissione elettorale che però mi ha già spiegato come la legge preveda ben chiari i termini. L’unico che potrebbe dire qualcosa è il governo attraverso la prefettura».
Nel frattempo viene allo scoperto anche il mal di pancia nel Pd. Non pochi all’interno dei dem avrebbero preferito puntare su un proprio esponente se non addirittura confluire sul candidato di centrodestra Fabio Ferla, invece di sostenere Gafforelli. A esprimere pubblicamente il dissenso è Enea Bagini, primo cittadino pd di Ciserano: «Non mancherà il mio sostegno alla lista di area Pd, ma per la presidenza voterò per Ferla, in una logica prettamente territoriale. Nella Bassa sinora non siamo mai riusciti a fare squadra per difendere e tutelare le esigenze di questo territorio rispetto ad altre zone, come le valli, molto più organizzate e compatte».