La festa del Lombardia sul Sentierone
Il rammarico, alla luce di quello che si è visto sulle rampe, del meteo, del percorso e della grande battaglia sui pedali, con l’eroico Nibali a spremersi fino allo spasimo e l’entusiasta Pinot a trionfare, è che il Giro di Lombardia non si sia concluso dove era partito ieri mattina. E cioè, nel cuore di Bergamo.
Perché certe imprese sportive diventano un tutt’uno con quello che le circonda. E la Boccola straripante di tifosi, il sole ottobrino al tramonto che accarezza le Mura, l’ultimo scatto sui pedali a ridosso dei Propilei di Porta Nuova avrebbero aggiunto gloria all’alloro della corsa. Ma si tratta solo di aver pazienza. L’augurio di Giovanni Bettineschi, a capo di Promoeventi, è già una mezza promessa perché Bergamo possa ospitare, tra un anno esatto, l’arrivo dell’edizione numero 113 del Lombardia.
La macchina organizzativa del comitato di tappa bergamasco è oliatissima e anche ieri ne ha dato fattiva dimostrazione. «Non abbiamo registrato nessun intoppo logistico», chiarisce Bettineschi che alle tre di mattina era già in pista, di presidio nelle vie centrali della città dove gli uomini di Rcs Sport stavano predisponendo l’area di partenza. «Se tutto ha funzionato così bene, il merito è delle amministrazioni comunali, della Polizia e dei tanti volontari
che hanno presidiato il transito della corsa. A tutti loro va il mio grazie», conclude Bettineschi, che sarà di nuovo presto all’opera affiancando il Comune di Lovere per il tappone montano inserito nel Giro d’Italia 2019. Altro Giro, appunto e altra corsa.
Quella di ieri si è rivelata la solita, prevedibile e graditissima festa per gli appassionati che, tra il Sentierone e Porta Nuova, si sono imbattuti negli idoli di oggi e di ieri. Atmosfera frizzante, perché il ciclismo a Bergamo è di casa, il che rende Felice Gimondi un’icona di immortalità delle due ruote capace di attraversare tutto, Giri d’Italia, Tour, Lombardie, infinite Milano-Sanremo e Tirreno Adriatiche. Al suo fianco, in zona partenza anche Ivan Gotti, Maurizio Fondriest e, trafelato, «El Pistolero» Alberto Contador che hanno scortato il via simbolico di un emozionato Giacomo Angeloni in rappresentanza del Comune. Gettonatissimo per selfie e autografi Nibali, lo Squalo, che ieri si è difeso fino allo stremo, senza mai mollare e senza più avere un guizzo di forza nelle gambe. BergamoBici lo ha abbracciato con un calore famigliare prima di vederlo scomparire nella pancia del plotone avviato su viale Papa Giovanni. Il viale del tramonto della stagione agonistica. Arrivederci, Lombardia.