La terza rivoluzione tattica e il Papu diventa falso nueve
Sarà che serve sempre una rivoluzione per ripartire di slancio. Il primo anno fu l’abolizione del Senato e il defenestramento di Pinilla and company in favore di giovani rampanti come Conti, Petagna e Spinazzola, più volenterosi a sacrificarsi fisicamente per il pressing tuttocampo, oltre all’intuizione di Kurtic battitore libero. Il secondo fu resuscitare (sportivamente) Cristante, uno che ha detenuto a lungo il record di più giovane esordiente in Champions, ritagliandogli su misura il ruolo di trequartista «atipico», in grado anche di mazzuolare le caviglie avversarie quando necessario, oltre all’inserimento di Ilicic là davanti. La terza rivoluzione di Gasperini è il Papu falso nueve. Con tanti saluti, al momento, a Zapata. Una posizione da centravanti che l’argentino contro il Chievo (in attesa di avversari più probanti...) ha interpretato alla perfezione. Una scelta accompagnata a una modifica tattica in attacco, con il ritorno a un tridente puro più «genoano» che, viste le cinque reti, ha funzionato. Per la maggior parte del tempo. Perché Barrow decentrato continua a sembrare non del tutto a suo agio. Come tutti gli esperimenti, servono conferme. E i prossimi avversari, sulla carta, possono aiutare a metabolizzare l’ennesima idea del Gasp. Non solo, possono dare una spinta decisiva verso la parte sinistra della classifica e, di conseguenza, incrementare ulteriormente la fiducia del gruppo. Sabato, infatti, arriva a Bergamo il neopromosso Parma, partito splendidamente (ha 13 punti in classifica) e poi l’Atalanta, il 4 novembre, farà visita al Bologna non proprio irresistibile guidato da Pippo Inzaghi.