Se col buio scatta la multa al ciclista
Romano e Covo, troppe biciclette irregolari: «Di sera è un rischio». Vigili in azione
Di giorno le informazioni, la sera le multe. A Covo e Romano di Lombardia la polizia locale è impegnata a sensibilizzare i ciclisti sul rispetto del codice della strada. «Il problema c’è la notte e all’alba perché spesso le bici sono senza fari», spiega il sindaco di Covo che ha dato l’input ai provvedimenti per un problema sulla provinciale che porta al polo Italtrans. In un mese sono state staccate 30 multe.
Per mancanza dei fanali multa di 25 euro. Per il transito sul marciapiede di 78. Per la guida contromano si arriva fino a 85 euro, 146 euro l’attraversamento con il semaforo rosso, guidare utilizzando il telefonino 161, la mancanza del gilet catarifrangente 25 euro. È al tramonto l’era del pedale selvaggio, a Romano di Lombardia e Covo. Da un mese la polizia locale ha iniziato controlli quotidiani sulle biciclette. Di giorno gli agenti fermano e sensibilizzano i ciclisti sul rispetto delle norme del codice della strada mentre, nelle ore serali, lungo le strade a scorrimento veloce, scattano le multe.
L’input è partito da Covo, dove il sindaco Andrea Capelletti ha chiesto un intervento mirato sulla strada provinciale 102, che collega il paese a Calcio, un lungo rettilineo in mezzo alla campagna che da quando è aperto il grande polo logistico Italtrans ha visto fiorire il viavai di ciclisti a tutte le ore del giorno. Sono i dipendenti, per la gran parte extracomunitari, che raggiungono il posto di lavoro pedalando.
«Il problema — spiega il sindaco Capelletti — c’è la notte e all’alba perché spesso le bici che utilizzano sono prive
L’input alla campagna Molti lavoratori stranieri di Italtrans si spostano in bicicletta lungo la provinciale
di dispositivi luminosi. Diversi cittadini si sono recati in municipio per segnalare il pericolo costituito da questi ciclisti. Il rischio che siano investiti è rilevante. Innanzitutto ne va di mezzo la loro incolumità e poi, in caso di incidente, ci sono i guai che passa chi li investe».
«La bicicletta è un vero e proprio veicolo — osserva il comandante della polizia locale di Romano di Lombardia Angelo Di Nardo — e deve attenersi al codice della strada. Invece spesso il ciclista pensa che gli sia consentita qualunque cosa mettendo in pericolo prima se stesso e poi gli altri: passa con il semaforo rosso, va contromano, si infila nei percorsi per pedoni o sotto i portici come accade nel centro di Romano».
Il pericolo maggiore è sulle statali e sulle provinciali dove il limite di velocità è alto e le bici si trovano in mezzo al traffico di auto e camion. «Per questo abbiamo iniziato i controlli — spiega ancora Di Nardo —. A Romano teniamo sotto osservazione la tangenziale, via Balicco, via Rossi. Il pericolo è minore nel centro abitato dove ci sono limiti di velocità più bassi e maggiore illuminazione pubblica». In un mese le contravvenzioni sono state una trentina ma è prevalsa soprattutto l’opera informativa. Dalla prossima settimana, quando con il cambio dell’ora farà buio dal pomeriggio, i controlli saranno intensificati. «In Italia c’è un ritardo culturale rispetto all’uso della bicicletta — sottolinea Di Nardo —, basti pensare che in Svizzera le due ruote sono provviste di targa. Paradossalmente alle norme si adeguano prima i ciclisti extracomunitari che quelli italiani». In particolare ai romanesi, soprattutto ai pensionati, non sembra proprio piacere l’idea di dover mettere il gilet catarifrangente. Mezz’ora dopo il tramonto c’è l’obbligo di indossarlo, pena una multa di 25 euro.