La sfida a Gori: il centrodestra attende Pezzotta
Tentorio contatta anche l’ex rettore Paleari
Andrea Pezzotta e Stefano Paleari sono i nomi che il centrodestra cittadino sta cercando di convincere a candidarsi contro Giorgio Gori nel 2019. L’avvocato e l’ex rettore dell’Università sono stati contattati dalla coalizione guidata dalla Lega, l’ex sindaco Franco Tentorio è il mediatore di due trattative tutt’altro che semplici, con un obiettivo: mettere a capo del centrodestra un candidato senza un marchio di partito, un profilo moderato capace di competere in una città che il 4 marzo scorso si è mostrata meno sensibile di altre all’ondata di consenso per le forze populiste. In questo momento, il tentativo con più chance di riuscita riguarda Andrea Pezzotta. Resistenze diverse — in sostanza, una coerenza nel non impegnarsi in politica — frenano Paleari, tutt’ora impegnato come commissario nella delicata vicenda di Alitalia. Il centrodestra attende due risposte nelle prossime settimane.
Ballottaggio, o quasi. Andrea Pezzotta e Stefano Paleari sono i nomi che il centrodestra cittadino sta cercando di convincere a candidarsi contro Giorgio Gori nel 2019. L’avvocato e l’ex rettore dell’Università sono stati contattati dalla coalizione guidata dalla Lega, l’ex sindaco Franco Tentorio è il mediatore di due trattative tutt’altro che semplici, con un obiettivo: mettere a capo del centrodestra un candidato senza un marchio di partito, un profilo moderato capace di competere in una città che il 4 marzo scorso si è mostrata meno sensibile di altre all’ondata di consenso per le forze populiste.
In questo momento, il tentativo con più chance di riuscita riguarda Andrea Pezzotta. Il penalista, assessore all’Urbanistica nella giunta di Tentorio (2009-2014), sta riflettendo su pro e contro di una candidatura. C’è una tradizione civica, prima ancora che politica, di famiglia (lo zio di Pezzotta, Giacomo, fu sindaco per la Dc) che motiverebbe le discesa in campo. C’è poi la forte spinta della Lega (o in una parte importante dei vertici locali) che vede in Pezzotta una prima scelta: difficilmente Forza Italia potrebbe contestare un nome in passato molto vicino agli azzurri (in epoca Pdl). D’altra parte, invece, Pezzotta sta meditando su altri aspetti: fare il sindaco significherebbe sacrificare tante ore dell’attività professionale e di vita familiare. Pezzotta, per altro, nel 2014 lasciò alla fine del mandato non senza segnalare una certa insofferenza per le lentezze e le complicazioni tipiche del groviglio politico-burocratico: «La politica è un servizio alla collettività che va bene se è temporaneo», disse. E oggi potrebbe suonare come un arrivederci, anziché una chiusura definitiva.
Resistenze diverse — in sostanza, una coerenza nel non impegnarsi in politica — frenano Paleari, tutt’ora impegnato come commissario nella delicata vicenda di Alitalia. Negli ambienti dei partiti circola in effetti meno ottimismo sul fatto che il professore, in ottimi rapporti per altro proprio con Gori, decida di candidarsi. Sarebbe però anche questo un profilo estremamente gradito a tutta la coalizione, proprio per la capacità di attrarre consensi esterni all’area dei partiti. Bisogna considerare che, alle ultime Politiche e Regionali, Bergamo è stata un’isola quasi felice per il Pd: in città, alla Camera, i democratici sono stati il primo partito (28,5%), la Lega staccata al 21,7%, Forza Italia al 12,8%. E il centrodestra nel complesso è stato addirittura battuto nel confronto per le Regionali: con Gori alla guida, la coalizione di centrosinistra a Bergamo ha riportato un 43,3%, contro il 41,5% di Lega e alleati.
Il centrodestra a questo punto attende due risposte nelle prossime settimane, si vota a maggio e c’è tempo, ma l’obiettivo è entrare nel nuovo anno con le idee chiare sul candidato sindaco. Se da Pezzotta e Paleari arrivassero due no, la palla tornerebbe alla Lega che al suo interno ha comunque un numero ristretto di possibili scelte. Giacomo Stucchi in questo momento sembrerebbe avviato a una candidatura alle Europee. Se però mancassero alternative esterne ai partiti, l’ex senatore tornerebbe in gioco, nonostante i risultati del suo attivismo estivo abbiano lasciato l’impressione nei compagni di partito che non sarebbe la candidatura più azzeccata. Alternative? Alberto Ribolla, deputato che difficilmente però verrà rimandato a Bergamo. Ancora più complicato immaginare che alla fine la scelta cada su un nome di Forza Italia, come Gianfranco Ceci: gli azzurri hanno già avuto la possibilità di candidare, senza successo, due propri esponenti alle Comunali di Brescia e alle Provinciali bergamasche. La Lega darà le carte, ci stanno lavorando Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli, la parola finale spetterà a Matteo Salvini.
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