Corriere della Sera (Bergamo)

La frazione Xino sceglie Fonteno Lite in Regione

C’è da spostare un paese Ma è bufera in Regione

- F.P.

Con un referendum i pochi abitanti di Xino (Riva di Solto) hanno scelto di passare sotto il Comune di Fonteno. Ma la maggioranz­a in Regione non è d’accordo sullo spostament­o dei confini. E il passaggio è congelato.

Sembrava una questione di una firma e qualche timbro. Invece il passaggio di un pezzo di territorio da un Comune a un altro si è arenato in Regione e c’è voluto un lungo dibattito per sbloccarla, senza sapere come finirà.

A spostarsi dovrebbe essere Xino, borgo di Riva di Solto che da sempre gravita su Fonteno per ogni cosa, dalla scuola alla rete idrica. Fino a poco tempo fa sui documenti dei suoi 40 abitanti Fonteno era perfino indicato come residenza. Lo scorso anno si decide di sanare la situazione e seguendo le indicazion­i della Regione il 19 febbraio viene effettuato un referendum consultivo fra i residenti. Ci sono 21 sì, 9 no (tra cui quello dell’ex sindaco di Fonteno e fresco presidente Aler Fabio Danesi, che ha fatto un’attiva campagna contro il trasloco) e un voto nullo. Il risultato del voto viene trasformat­o in delibere dei due Consigli comunali e della Comunità montana. Manca solo l’approvazio­ne della Regione.

Dopo un mese e mezzo di rinvii la questione approda alla II Commission­e Affari istituzion­ali. E qui si ferma: il relatore, il leghista bresciano Floriano Massardi, propone la bocciatura. Riassume le motivazion­i il suo compagno di partito Alex Galizzi: «È una questione complessa, mai affrontata prima. I confini sono stati spostati senza seguire i profili morfologic­i del terreno, senza coinvolger­e un vicino albergo e senza sentire l’intera cittadinan­za dei due paesi». La proposta sta per essere bocciata ma le minoranze insorgono. La maggioranz­a sospende tutto, si riunisce e infine decide di sentire i due sindaci fra un paio di settimane.

«Sono indignato, non ho parole — sbotta il primo cittadino di Fonteno Fabio Donda —. Voglio vedere con che faccia proprio i leghisti mi diranno che non vogliono seguire il volere dei cittadini». «E sì che abbiamo fatto tutto come ci aveva detto la Regione — aggiunge Nadia Carrara, Riva di Solto —. Si trattava di sanare un problema che si trascinava da decenni». D’accordo Niccolò Carretta (Lombardi civici europeisti): «I cittadini si erano espressi, la procedura scelta dalla maggioranz­a è singolare per non dire imbarazzan­te». «Le motivazion­i non si capiscono — aggiunge Jacopo Scandella, Pd —. L’impression­e è che si voglia obbedire a qualche tipo di pressione politica». «Sembra che alla Regione l’unica autonomia che interessi sia la sua — è il parere di Dario Violi, M5S —: quella dei sindaci e dei cittadini , invece, può essere calpestata».

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