Rocco Papaleo canta e si racconta coast to coast
«Le storie delle persone corrispondono a regole matematiche. Poi c’è l’imprevedibile, che nega ogni calcolo. La mia storia insegna quanto sia determinante la casualità: avrei voluto diventare insegnante di matematica, che mi avrebbe permesso di avere tempo per le mie passioni, scrivere e suonare. Poi un’amica mi iscrisse a un corso di recitazione e, una cosa dopo l’altra, eccomi qui», racconta Rocco Papaleo, domani al Creberg per «Coast to coast». Il brand della propria vita, dopo il film «Basilicata coast to coast», suo debutto da regista.
«Con quel lavoro mi si sono aperte diverse porte — spiega —. È un modo di scovare dentro di me gli spunti e le suggestioni che mi permettono di scrivere. Mi guardo dentro e pesco qualcosa da raccontare attraverso il teatro canzone». Papaleo condurrà lo spettatore a viaggiare tra «le coste esistenziali che si confrontano e si nutrono della vita vissuta e ascoltata».
Sul palcoscenico l’attore mette in scena un suo alter ego, Orlando Bevilacqua, figlio di una paesana e di una zingara, l’amico d’infanzia che lo accompagna per tutta la vita e attraverso il quale l’attore racconta la propria biografia, contrappuntata dalla musica. Tra i compagni di viaggio «coast to coast» anche un quartetto, con cui «si vive un esperimento di teatro totale. C’è l’idea di abitarlo — continua l’artista —. Durante lo spettacolo si cucina qualcosa, come una zuppa di riso, zucca, fagioli e patate, e nel frattempo si racconta la storia di Bevilacqua intersecata alla mia. E vengono fuori delle canzoni, lo swing della messinscena, che è ritmo ed empatia».
La ricerca di un’intimità, la dimensione del focolare sono tra le coordinate del fare arte di Rocco Papaleo, appassionato alla favola e alla poesia sin dall’infanzia, quando ascoltava i racconti della bisnonna.
Da lì nasce la voglia di interiorizzare suggestioni che poi trovano forma nei film: lo si vedrà in «I moschettieri del re» di Giovanni Veronesi, con Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea e Sergio Rubini. Di Rubini arriverà poi «Il grande spirito» in cui Papaleo interpreta un borderline che crede di essere pellerossa e «per la prima volta — conclude l’attore — ho recitato completamente in trance, lasciandomi andare come mai».