LA SEDUTA INVISIBILE
La commissione Trasparenza del Consiglio comunale di Bergamo serve ad approfondire vicende interne a Palazzo Frizzoni ed è al centro di un piccolo psicodramma. I commissari si sono riuniti ma — beffardo per una commissione con quel nome — nessuno sa di cosa abbiano parlato. E se qualcuno prova (ci abbiamo provato) a farglielo dire si preoccupano, si inalberano e si chiudono nel mutismo. La convocazione era stata pubblicata sul sito del Comune, ma non forniva indicazioni a parte luogo e ora. Da regolamento, la seduta che inaugura una nuova sessione della Trasparenza si svolge a porte chiuse. Ma il regolamento non vieta di comunicare l’argomento trattato, tanto più se i consiglieri votano per proseguire nelle «indagini». E di qualunque cosa si tratti, alla fine dovranno essere pubblicati i verbali delle sedute e una relazione verrà trasmessa al Consiglio. Ma la vicenda in esame deve essere apparsa qualcosa di tanto imbarazzante o grave da far escogitare una soluzione sorprendente: «Abbiamo fatto un patto di riservatezza», la risposta di alcuni commissari all’ovvia quanto inevitabile richiesta di trasparenza. Un patto per mantenere un segreto? Qualcun altro ha l’impressione di essere tornato all’infanzia? O forse è ingenuo chi pensa che le istituzioni si reggano su regole scritte? È evidente che qualcosa non funziona. Le cose da fare in Comune sono tante. Magari però, quando c’è un po’ di tempo, qualcuno metta mano al regolamento della commissione. Oppure, per trasparenza, sarebbe bene cambiarle nome.