SE LO STATO SI ISOLA
Il governo sperava di raccogliere, offrendo un’emissione di BTP Italia — con cedola fissa all’1,45% e variabile, in aggiunta, con indicizzazione (purché il sottoscrittore conservi o titoli fino a scadenza) — dai 7 ai 9 miliardi. Ha raccolto, invece, circa un decimo della maggior cifra auspicata. Tale insuccesso non va drammatizzato, ma dimostra che l’emissione era inopportuna. Il risparmiatore, disorientato, non si vincola per qualche anno a non poter vendere; calcola i rischi nella supposta certezza che sul mercato secondario (quello dei titoli in circolazione) potrà ridurre in moneta, correndo un rischio di prezzo, in qualsiasi momento di mercato aperto, il proprio investimento. È importante potere fare affidamento su un mercato secondario liquido. Ciò che non è per il BTP Italia, salvo rinunciare alla parte variabile della cedola. L’errore commesso —di non avere tenuto in considerazione i timori e le incertezze dei risparmiatori — suona tuttavia come un campanello di allarme. I piccoli risparmiatori e soprattutto i risparmiatori anziani, desiderosi di poter fare affidamento su un flusso di cedole, compratori naturali di titoli del debito pubblico nazionale, si sono dichiarati poco inclini ad assicurare un classamento stabile, non liquidabile in ogni momento, al debito sovrano. È ciò che si percepisce negli uffici titoli delle banche, anche in città.
Le indagini demografiche (e Bergamo è nella media), dicono che la popolazione ultra sessantacinquenne supererà, fra non molti anni, i giovani con età inferiore ai trenta anni.
Trattasi del progressivo invecchiamento della popolazione. Le due fasce di età citate — l’una per il desiderio di non correre rischi e per potere fare affidamento su un flusso pre-calcolato di cedole, l’altra per la modesta capacità di risparmio — sono potenziali «cassettisti», sottoscrittori del debito pubblico nazionale. La spiccata sensibilità ed emotività di tali risparmiatori fa sì che uno stato nazionale debba potere fare affidamento, in presenza di un notevole debito pubblico da rinnovare ogni anno, sulla presenza di investitori istituzionali, il che potrebbe mancare se lo stato si isolasse sul piano economico. Per esplicitare: se, come l’Italia, tendesse «al muro contro muro» con l’Europa. È l’atteggiamento degli investitori istituzionali che dà o no la prospettiva di un mercato secondario liquido dei titoli pubblici di uno stato molto indebitato. E che può rendere meno timorosi i piccoli risparmiatori. Ma pare che queste considerazioni non contino in Italia. Eppure, già quasi un secolo fa, Einaudi insegnò che i risparmiatori hanno cuore di coniglio e gambe da lepre, le quali ultime si giovano solo se non si è in gabbia.