Microplastiche, allarme per il Sebino
La sponda bergamasca sta meglio, ma i valori medi sono preoccupanti
Dal rilievo effettuato da Legambiente in collaborazione con Enea, nel 2017, la sponda bergamasca del lago Iseo, tra Tavernola e Predore, presenta una quantità dieci volte inferiore rispetto alla media di particelle di microplastica. Un buon risultato, che però deve fare i conti con quello negativo verso le acque bresciane. Dei laghi si occupa il report sui Comuni Ricicloni, in cui la Bergamasca si colloca al secondo posto tra le province lombarde. Sul podio Calcinate, con il 91,30% di raccolta differenziata, seguito da Calcio 90,9% e a pari merito con 90,7% Bagnatica e Boltiere. Bergamo capoluogo si difende con il 72,01%.
L’inquinamento delle acque ha una sua tangibilità visiva; quando si sventrano grossi pesci spiaggiati, ci si rende conto della quantità di rifiuti plastici che, loro malgrado, introitano le creature del mare. Ma anche i laghi non sono immuni dagli inquinamenti plasticosi delle loro acque dolci dove si nascondono, insieme alle macro, anche le microplastiche. Sono le briciole dei polimeri, i frammenti più piccoli della plastica che si discioglie per l’effetto dei raggi del sole, del vento, delle onde e dei microbi. Il concetto non è romantico, ma ogni volta che guarderete il lago d’Iseo potrete pensare che in un chilometro quadrato, la placida distesa presenta una densità media di oltre 63 mila particelle di microplastica. Piccola consolazione: dal rilievo effettuato da Legambiente in collaborazione con Enea, nel 2017, la sponda bergamasca tra Tavernola e Predore ne presenta una quantità dieci volte inferiore alla media, 6.846. Ma a formare la media, ci pensa il picco di concentrazione della sponda bresciana: da Vello a Pisogne che tocca, in tre rilievi, punte che vanno da 162 mila a 60 mila e 24 mila particelle di microplastica per chilometro quadrato. Niente a che vedere con le 123 mila del lago Maggiore (che in un tratto supera le 500 mila), ma nemmeno con la virtuosità assoluta delle 10 mila particelle medie del Garda, fermo restando che le correnti o eventi atmosferici possono determinare sensibili variazioni.
Quella dei laghi è un’appendice dell’annuale report di Legambiente sui Comuni Ricicloni. È una delle classifiche che inorgoglisce di più, non solo gli amministratori ma anche e soprattutto i cittadini che, in quei numeri, riconoscono l’impegno di riuscire a differenziare in modo corretto un rifiuto. Esercizio non sempre agevole, perché malgrado tabelle ed anni di pratica, l’errore (differenziato) è sempre in agguato: «Una gruccia appendiabiti— spiega in modo pragmatico la presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto — non deve essere smaltita con la plastica, ma va nel residuo secco indifferenziato». Categoria che, ricomprendendo tutta una serie di rifiuti — dalla carta sporca alle posate di plastica — contribuisce a qualificare ulteriormente i Comuni Ricicloni 2018 riconosciuti da Legambiente. La Bergamasca differenzia parecchio: è al secondo posto tra le province lombarde, dietro Mantova.
Se con il «vecchio metodo Arpa» la percentuale di differenziazione era al 64,6%, con il nuovo metodo introdotto dal decreto del Ministero due anni fa ( e che contempla un minuziosissimo elenco di rifiuti, tra cui quelli di spazzamento stradale o quelli avviati a compostaggio domestico), la percentuale sale — considerando tutti i 240 comuni del territorio — al 73,9%. Sul podio Calcinate, 91,30% di raccolta differenziata, seguito da Calcio 90,9% e a pari merito con 90,7% Bagnatica e Boltiere. Bergamo capoluogo si difende con il 72,01%. Ma a qualificare ancora di più il territorio ci pensano i 49 comuni orobici che possono fregiarsi di un bollino aggiuntivo: non solo raggiungono o superano il 65% di raccolta differenziata, ma hanno conferito meno di 75 chili per abitante di rifiuto secco non riciclabile. Una sensibilità virtuosa tanto più difficile da ottenere quanto più popolato è il paese (l’area milanese di comuni free ne conta solo 39). In quest’ottica, ad esempio, i 47 chili prodotti dagli albinesi valgono sicuramente una menzione di merito, mentre Bianzano, con solo 29 chilogrammi, è tra i primi 5 paesi della Lombardia. Fonte di altrettanta soddisfazione è per 9 comuni bergamaschi (Calcinate, Calcio, Entratico, Covo, Adrara San Rocco, Mozzanica, Cologno al Serio, Clusone e Cusio) il superamento del 65% di raccolta differenziata nel 2017, dopo un balzo di almeno il 15% sull’anno prima: anche in questo caso primato a Calcinate, dal 63,20% all’81,6%.
I Comuni ricicloni Raccolta differenziata, il primato è di Calcinate con il 91,3%. La media provinciale è del 73,9%