Corriere della Sera (Bergamo)

STAZIONE PERCEPITA

- Di Riccardo Nisoli

«Alla stazione e sul piazzale Marconi non si spaccia». Siete sorpresi? Pure noi, ascoltando la conferenza stampa delle forze dell’ordine in prefettura per far sapere alla cittadinan­za che «la stazione di Bergamo è in cima ai nostri pensieri». I problemi di spaccio sono «sulle aree dismesse e nelle vie Quarenghi e Bonomelli» (quest’ultima, peraltro, frequentat­a da parecchi studenti). Ma «non alla stazione». Insomma, i pendolari possono star tranquilli, mica lasciarsi impression­are da quel che trovano sui treni al mattino. O dalle foto postate dai ferrovieri per lanciare l’allarme contro le bande che si sfidano sulle carrozze per il controllo del narcotraff­ico. Le nostre autorità fanno sapere che la percezione di insicurezz­a non equivale, in questa zona da decenni nel degrado, a insicurezz­a reale, e annunciano una «significat­iva flessione dei reati»: un risultato che basterebbe per dire grazie alle forze dell’ordine, la cui presenza stabile resta importante. Ma proprio per non disperdere le loro energie, sarebbe il caso di concentrar­le su indagini per arrestare chi gestisce il mercato della droga sui binari, anziché su improdutti­ve identifica­zioni («6.500 in un anno»). Inutile fermarsi ai pusher. Servono arresti per «associazio­ne finalizzat­a allo spaccio», che si traducano in anni di galera: un efficaciss­imo spot contro chi volesse tornare sulla piazza. Ma così non si accrescono le statistich­e ministeria­li: l’unica cosa, purtroppo, che interessa.

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