Stazione, il vertice dopo le immagini choc «Lì non c’è spaccio»
«La stazione è in cima ai nostri pensieri». Lo assicurano le autorità cittadine, che dopo un vertice in prefettura rispondono all’appello lanciato nei giorni scorsi dai capitreno per la situazione di degrado e insicurezza per chi lavora lungo i binari e sui treni. Ma i reati sono in calo, si assicura: quest’anno ci sono stati tredici episodi di violenza sui treni su un totale di 257 convogli al giorno da Bergamo e 11 milioni di passeggeri annui.
I controlli hanno visto nel 2018, secondo il bilancio presentato in via Tasso, 6.506 persone identificate, 116 portate in questura, 50 arrestati, 100 denunciati e 5 chili di droga sequestrati. Ma, assicura il questore Girolamo Fabiano, «chi lavora in stazione, salvo casi eccezionali, non segnala problemi tali da sfociare nel reato. Così come non ci sono segnalazioni di spaccio nell’edificio della stazione e sui binari, e a piazzale Marconi. Problemi che invece ci sono nelle aree dismesse, nelle vie Bonomelli o Quarenghi». Conferma il comandante dei carabinieri Paolo Storoni: «La stazione è una delle zone più destinatarie di operazioni ad alto impatto. Dove passano i viaggiatori lo spaccio è assolutamente basso: zone di spacciatori sono le retrovie e il vecchio scalo merci». C’è anche, spiegano, una «presenza di stranieri e senzatetto che dà una percezione di insicurezza che non corrisponde alla realtà».
Polizia, carabinieri e Guardia di finanza sottolineano le continue azioni di controllo nell’arco delle 24 ore anche insieme alle guardie giurate di Trenord, e le 120 scorte mensili della Polfer sui treni. A questo proposito ieri la Camera ha approvato un ordine del giorno a firma Elena Carnevali (Pd), che impegna il governo a «incrementare la presenza della Polfer a Bergamo, compresa l’apertura notturna».
«Non c’è sottovalutazione del problema — conclude il prefetto di Bergamo Elisabetta Margiacchi —. C’è un lavoro di squadra di forze dell’ordine, Comune e volontariato. La guardia non viene mai abbassata».