«Fuggiti con 200 mila euro delle slot»
Albino, bottino di 200 mila euro. In cinque, armati, hanno atteso l’orario di uscita
Sapevano come muoversi e cosa cercare, il caveau dal quale hanno arraffato 200 mila euro. È caccia ai cinque banditi che hanno dato l’assalto alla Gest.Gio srl di Albino. È una ditta che noleggia slot machine con sede in una villa isolata ad Abbazia. «Portaci al caveau», hanno ordinato alla titolare Olivia Salvi, ancora sotto choc: «Fortunatamente non si è fatto male nessuno», le uniche parole pronunciate dall’imprenditrice. I rapinatori hanno atteso che due impiegate uscissero finito il lavoro, poi si sono allontanati con la loro auto (ritrovata a 300 metri) e quella della ditta (bruciata al Cassinone). Si lavora sulle telecamere.
All’ora del pranzo le auto sfilano lungo il viale. In testa c’è Olivia Salvi. Dietro, le sue impiegate con i volti tesi e i finestrini sigillati. Non parlano. Per tutte, è comprensibile, prevale lo choc di neanche ventiquattr’ore prima. «Fortunatamente nessuno si è fatto del male, questa è l’unica cosa che posso dire», risponde l’imprenditrice con fermezza. La cancellata si richiude alle spalle dell’ultimo lunotto e i due labrador di casa scodinzolano a chi, da fuori, prova a immaginarsi la scena. È difficile, in un luogo così, tra prati, vie strette e il traffico della superstrada lontano.
Albino, frazione Abbazia. L’assalto scatta alle 17.40 di martedì proprio quando due dipendenti della Gest.Gio srl salgono in macchina finito il lavoro. In cinque, con i volti nascosti sotto passamontagna e le armi spianate, sono già dentro il cortile della villa trasformata in ditta per il noleggio di slot machine. Le impiegate non andranno da nessuna parte. I banditi le bloccano e le obbligano a tornare dentro con loro, che hanno bene in mente l’obiettivo: «Portaci al caveau», ordinano a Salvi, mentre i cinque impiegati presenti, tre donne e due uomini, sono costretti a stendersi sul pavimento e a restare immobili. «Se ti alzi, ti faccio saltare la testa», la minaccia contro una ragazza. Ci sono pistole e ficili, ma non tutti i rapinatori sono armati. Dall’accento qualcuno è italiano, altri sembrano stranieri. I soldi, 200 mila euro la cifra denunciata, finiscono al sicuro in una borsa. Dopo di che, è il momento della fuga.
È evidente che il commando sa alla perfezione come muoversi in quel luogo. Per allontanarsi si divide su due auto. La prima è la Punto con le chiavi ancora infilate delle due impiegate sorprese all’uscita. L’altra è una Clio intestata alla società. Perché i banditi non usino mezzi loro sembra evidente. C’è un’unica strada stretta che col- lega le ultime case della frazione alla Gest.Gio. È impossibile raggiungere la villa senza essere notati, se non a piedi, col buio. La banda deve avere lasciato la sua auto, forse con un altro complice ad aspettare, dove è stata successivamente ritrovata la Punto, a 3o0 metri dall’azienda svaligiata, verso Albino. Nell’abitacolo c’era una delle armi utilizzate per seminare il terrore, un fucile che in realtà era giocattolo. Quanto alla Clio, è stata abbandonata e data alle fiamme al Cassinone di Seriate. I carabinieri ci sono arrivati prima delle 19 lanciandosi lungo la via di fuga più logica, verso la galleria Montenegrone e poi grazie al gps montato a bordo. Dopo che i rapinatori se ne sono andati, è partito l’allarme e i lampeggianti blu in un attimo hanno spezzato il buio di Abbazia. Quando si sono tranquillizzate, le impiegate hanno fatto mente locale e riferito ai militari il particolare del navigatore. Ha fatto risparmiare tempo, al Cassinone l’auto bruciava già.
La scena dell’assalto è stata in parte ripresa dalle telecamere private della ditta, che noleggia slot machine in Bergamasca e in altre province lombarde. Mostra i cinque, vestiti di scuro da capo a piedi e con i guanti infilati, puntare le pistole. A un primo sguardo nulla di più di quanto raccontato dai presenti. Il lavoro dei carabinieri nelle prossime ore si concentrerà soprattutto su quelle pubbliche, anche di lettura delle targhe, disseminate lungo la Val Seriana. Trovare l’immagine giusta, all’orario di punta del rientro, potrebbe però richiedere tempo. Si cercano anche testimoni. Al di fuori delle persone coinvolte, per ora non si è fatto avanti nessuno. Attorno alla villa, un tempo utilizzata come abitazione privata, ci sono prati e un piccolo caseggiato. I vicini non si sono resi conto di nulla. I cani non hanno abbaiato, non c’erano. Forse, anche questo, un dettaglio noto ai rapinatori. Non serve avere l’occhio dell’investigatore per capire che chi ha agito non era lì per caso. Era a conoscenza dell’esistenza del caveau. Sapeva a che ora sorprendere le prime impiegate all’uscita e che avrebbe potuto contare anche sulla loro auto per portarsi via il malloppo.
❞ La titolare Posso solo dire che fortunatamente nessuno si è fatto del male Olivia Salvi
Le auto della ditta Sono state utilizzate per la fuga: una è stata abbandonata subito, l’altra bruciata a Seriate