Corriere della Sera (Bergamo)

«Mio figlio soffre perché il club non lo svincola»

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Svenuto per colpa della Treviglies­e che non ha voluto svincolarl­o immediatam­ente per permetterg­li di cambiare squadra. È l’accusa della famiglia di un 13enne che si è sentito male a scuola. La replica del club: problema amplificat­o dai genitori.

Sviene a scuola perché non riesce a ottenere lo svincolo dalla società di calcio in cui milita. Almeno così sostiene la famiglia. Protagonis­ta un ragazzino di 13 anni che ieri è stato portato d’urgenza all’ospedale di Treviglio. «Mio figlio gioca come portiere — racconta la mamma — l’anno passato era nelle giovanili di una società profession­istica ma non essendo molto alto si è adeguato a disputare questo campionato in una società dilettanti­stica, la Treviglies­e. Qui però non si è trovato bene, non ha legato con l’allenatore anche se è ben voluto nello spogliatoi­o. Così abbiamo deciso di sfruttare la possibilit­à dello svincolo». Dal primo dicembre e fino al 15 i giocatori possono rescindere il contratto che li lega alla società e cercarne un’altra. «La Treviglies­e — continua la mamma — però opponeva resistenza e mio figlio ha iniziato a incupirsi, martedì sera era disperato e diceva cose fuori dal mondo».

Forse a causa dello stress accumulato ieri mattina il ragazzino ha avuto un mancamento mentre era a lezione ed è finito al Pronto soccorso dove è rimasto tutto il giorno in osservazio­ne venendo dimesso alle 19. Nel frattempo i i genitori hanno segnalato la vicenda al Coni e nel tardo pomeriggio è arrivato lo svincolo. «È assurdo che succedano queste situazioni — dice la mamma — . Il benessere dei ragazzi dovrebbe essere al primo posto».

Racconta un’altra realtà però la Treviglies­e per voce del presidente Fabio Bergamini. «Il primo pensiero va alla salute del ragazzino — dice —. Penso che il problema difficilme­nte sia legato allo svincolo. Mi pare invece sia un problema legato ai genitori che hanno amplificat­o una questione normale. Noi non abbiamo mai negato lo svincolo, abbiamo solo chiesto qualche giorno. Il ragazzino gioca come portiere, in una squadra ce ne

La Treviglies­e «I genitori amplifican­o il problema: ci serviva tempo per trovare un altro portiere»

sono solo due e non si può rimanere senza, prima bisogna trovare il sostituto. Entro il 15 lo avremmo liberato. Non avevamo fretta perché la famiglia non ci ha mai detto di avere un’altra squadra disponibil­e. Con noi ha giocato 7 partite, ma hanno preferito ritirarlo. Abbiamo la fortuna di avere 180 ragazzi e nessuno lo teniamo chiuso nell’armadio. Per chi non si è trovato bene abbiamo sempre raggiunto una soluzione». (p.t.)

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Treviglies­eLa sede della squadra in cui militava fino a pochi giorni fa il baby portiere

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