No in Regione Xino resta a Riva di Solto Protestano i due sindaci
Xino dovrà restare dov’è. Il piccolo borgo non potrà spostarsi dal Comune di Riva di Solto a quello di Fonteno, come invece avevano deciso i suoi 40 abitanti in un referendum e i due Consigli comunali con delle delibere. Già a fine novembre la commissione Affari costituzionali della Regione aveva sollevato delle perplessità. E ieri, dopo avere ascoltato i due sindaci, ha affondato il progetto.
«Ci hanno fatto scendere a Milano per farci parlare cinque minuti, e si vedeva che non ci seguivano nemmeno — protesta il sindaco di Fonteno Fabio Donda —. È così che si seguono le decisioni dei cittadini? Se è questo lo stato della democrazia in Italia siamo messi male. Una cosa del genere in Regione non si era mai vista». «Una scena surreale in una questione ridicola — aggiunge la sua collega Nadia Carrara, di Riva di Solto —. Se facessero tante storie per ogni fusione capirei, ma mi risulta che questa sia la prima bocciatura della commissione. Si capisce che hanno obbedito a delle pressioni politiche: abbiamo tutti delle idee a questo proposito».
Anche il consigliere grillino Dario Violi ha protestato vivacemente, puntando il dito su «interessi di bottega». «Nessuna pressione, sono loro che hanno lavorato male, soprattutto il Comune di Fonteno», ribatte il consigliere leghista Alex Galizzi. «Ma se abbiamo seguito il mappale che ci ha fornito la Regione», protesta Donda.
Xino è nel territorio di Riva di Solto ma da sempre gravita per ogni cosa, dalla scuola alla rete idrica, su Fonteno, che fino a poco tempo fa era addirittura indicato come Comune di residenza degli abitanti. I quali al referendum del 19 febbraio avevano votato 21 sì e 9 no per il trasloco. C’è voluto l’arrivo delle delibere in commissione per sollevare le proteste della maggioranza.
«Sono stati lasciati fuori dal trasferimento un albergo e
L’obiezione Dallo spostamento dei confini sono stati esclusi un albergo e una seconda casa
sarebbero restati fuori. Dispiace ma abbiamo dovuto bocciare».
Ora sulla questione dovrà decidere il Consiglio regionale. «Ma se bocceranno il trasferimento — promette Donda — faremo ricorso».