Corriere della Sera (Bergamo)

Manovra, manca 1 milione e mezzo

Palafrizzo­ni, i conti del 2019 sono salvi, ma sarebbero potute arrivare più risorse che invece non ci saranno

- Silvia Seminati

Palafrizzo­ni ha calcolato le ripercussi­oni della manovra sul bilancio.

A dieci giorni dall’approvazio­ne della manovra alla Camera, il Comune di Bergamo ha fatto i conti per capire quanto impatteran­no sulla città le decisioni prese a Roma. Un’analisi che ha dato due risposte diverse. Da un lato l’amministra­zione è tranquilla: il bilancio di previsione 2019, già approvato, è stato costruito ipotizzand­o che dal governo non sarebbero arrivati regali. «Riflessi sul bilancio — dice il vicesindac­o e assessore al Bilancio Sergio Gandi — non ce ne sono, perché siamo stati prudenti». Dall’altro sarebbe potuto arrivare un milione e mezzo che, invece, non ci sarà. «Un milione e mezzo — spiega Gandi — corrispond­e al 10% della nostra spesa sociale oppure al costo di gestione di tre asili nido per un anno».

Il calcolo deriva dalla somma di fattori diversi. Primo: il fondo crediti di dubbia esigibilit­à. «Per noi — dice Gandi — è una spesa. Ogni anno dobbiamo mettere una quota che attenua le entrate la cui riscossion­e non è certa e metterla in una certa percentual­e. Già nel 2017 i Comuni italiani hanno messo da parte, per questo titolo, 4 miliardi di euro. Ha senso accantonar­e altri soldi? La percentual­e, nel 2019, avrebbe dovuto essere all’85%, ma i Comuni avevano chiesto di restare al 75%. Il governo ha accolto in parte la richiesta fissando la percentual­e all’80%: per noi questa è una perdita secca di mezzo milione». C’è poi la questione del decreto legge 66 del 2014 che aveva disposto una riduzione del fondo di solidariet­à comunale da quell’anno e fino al 2018. Nel 2019, le risorse tagliate avrebbero dovuto essere ripristina­te. «Ma non è successo e per Bergamo questo taglio — dice Gandi — vale 850 mila euro». Il terzo fattore riguarda il fondo compensati­vo Imu-Tasi. «Fu istituito perché quando è stata introdotta la Tasi — spiega l’assessore — è stato messo un vincolo alla possibilit­à di incremento delle aliquote dei Comuni. Questa restituzio­ne fu data negli anni, all’inizio integralme­nte, poi con una certa decrescita e quest’anno non è stata confermata. Dopo l’interlocuz­ione con Anci, c’è stata solo una restituzio­ne parziale: noi passiamo da 366 a 231 mila euro, con una perdita di 135 mila euro».

Gandi lamenta poi il fatto che il governo non abbia previsto risorse fresche per i Comuni: «Hanno prediletto le Regioni». C’è anche il tema dei minori stranieri non accompagna­ti. «Hanno abrogato la norma che sollevava i Comuni dai costi della gestione, ma resta in capo a noi — dice — l’onere di accogliere i minori non accompagna­ti. A bilancio abbiamo messo poco meno di 600 mila euro, in linea con il contributo ricevuto lo scorso anno, ma rischiamo di non averlo più».

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In Aula Il vicesindac­o Sergio Gandi è anche assessore al Bilancio

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