Papà in linea col 118 E il bimbo nasce in casa
Parto in ritardo sul termine, poi la «fretta» del piccolo Il trasporto all’ospedale di Alzano: il neonato in salute
Il termine per il parto era il 3 gennaio: Alessandro sembrava non avere fretta. E invece nella notte tra lunedì e ieri è nato in casa, a Torre Boldone: il papà Roberto Galata, al telefono con il 118, ha assistito la mamma Beatrice Bertocchi durante il parto.
Prima la sorpresa, poi l’ansia e la paura. Infine la gioia. Quella più grande, per un bimbo appena nato. Beatrice Bertocchi e Roberto Galata, coppia di Torre Boldone e genitori del piccolo Alessandro, nato alle 2.07 della notte fra lunedì e ieri, non si aspettavano certo che il loro secondogenito venisse partorito in casa, ma così è successo. «Ero tranquilla a letto, quando all’improvviso, all’una e mezza, sono giunte le prime contrazioni — racconta Beatrice Bertocchi, impiegata di 23 anni —. Ho incominciato a vestirmi, ma non ho fatto in tempo: le contrazioni erano sempre più frequenti. Ho detto a mio marito di chiamare il 118, ma, poco dopo le due, il bambino, che doveva nascere il 3 gennaio, è venuto alla luce».
Brevi istanti in cui non è mancata una certa apprensione. «Momenti critici non ce ne sono stati — spiega il marito, venticinque anni, corriere in un’azienda di spedizioni —, ma confesso che l’agitazione, soprattutto da parte mia, è stata molta: mi sono un po’ spaventato. In questi momenti si teme di commettere qualche errore e non si sa mai cosa può accadere. Per telefono, l’operatore del 118, con pazienza, mi ha spiegato come fosse importante proteggere con una coperta il bambino appena nato, far sì che venisse portato a contatto, pelle a pelle, con la madre, in modo da tenerlo al caldo e in modo da mantenere la sua corretta temperatura corporea. In meno di dieci minuti, poi, sono arrivati i soccorsi».
Un’ambulanza ha accompagnato Beatrice e Alessandro all’ospedale di Alzano Lombardo (dove la mamma è stata seguita per tutta la gravidanza) per i necessari controlli. «Verso le due e mezza siamo stati allertati telefonicamente dal pronto soccorso generale che era in arrivo una puerpera che aveva partorito a casa — spiega Elisabetta Valoti, ostetrica coordinatrice all’ospedale di Alzano Lombardo —. Poco prima delle tre, la signora, accompagnata dal personale del 118, è arrivata in ospedale. Una volta accertate che le condizioni della madre e del neonato fossero buone, li abbiamo portati in sala parto: qui, dopo aver reciso il cordone ombelicale e assistito all’espulsione della placenta, ci siamo presi cura di tutti e due». Una nascita, quella di Alessandro, imprevedibile. «La signora ha avuto un travaglio molto precipitoso — dice Valoti —. Un evento che può capitare e che non deve mettere in allarme, ma che, ovviamente, può mettere in ansia un genitore». Ma l’ansia ormai è passata e sul volto dei genitori di Alessandro (3 chili e 410 grammi), rimane giusto un po’ di stanchezza e tanta felicità: «Siamo contenti, fortunatamente è andato tutto per il meglio e Andrea, il nostro primogenito di cinque anni, ha, finalmente, un fratellino. Non vediamo l’ora di tornare a casa».
Il consiglio L’assistenza telefonica del medico: «Portatelo subito a contatto con la pelle della mamma»
L’ostetrica «È un evento che può capitare ma che non deve mettere in allarme i genitori»