Corriere della Sera (Bergamo)

«La Lopav spa e altre due aziende usavano i soldi del re dei narcos»

Chiesto il processo per Patrizio Locatelli, figlio di Pasquale Claudio. Consegne di contanti a Ventimigli­a

- Armando Di Landro

La Procura di Bergamo rimette nero su bianco un’accusa che nel 2010 era stata formulata dai magistrati di Napoli, ma poi subito cassata dal tribunale del Riesame partenopeo. La Lopav Pima di Ponte San Pietro, secondo il procurator­e aggiunto Maria Cristina Rota, aveva riciclato tra il 2005 e il 2010, mettendoli a bilancio, 103 mila euro che erano una parte dei guadagni del traffico di stupefacen­ti di Pasquale Claudio Locatelli: narcotraff­icante di lungo corso, intermedia­rio tra i cartelli colombiani e il mercato degli stupefacen­ti in Europa, Mario di Madrid (così ribattezza­to) è stato a lungo detenuto in Spagna, da dove è stato estradato nel 2015 dopo una condanna definitiva a 26 anni di carcere in Italia, che è stata clamorosam­ente annullata. Ma è anche altro, Pasquale Claudio Locatelli: padre di Patrizio, 44 anni, residente ad Almenno San Bartolomeo, che della Lopav era titolare e amministra­tore unico. È a lui che si rivolge l’accusa del pm Rota, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio per utilizzo di denaro di provenienz­a illecita. Un reato che sarebbe stato commesso attraverso la Lopav, ma anche con altre due aziende di Ponte San Pietro: la Par.Art srl, per 45.130 euro, e la Immobila srl, per 360.350, quindi per un totale di 508 mila euro circa.

Una vicenda intricata e molto lunga, con una richiesta di rinvio a giudizio arrivata solo otto anni dopo gli ultimi fatti contestati. Nell’ottobre del 2010 Patrizio Locatelli fu arrestato e portato in carcere, con il fratello Massimilia­no, dalla Guardia di Finanza di Napoli. Il tribunale del Riesame aveva però cassato gli indizi a supporto delle misure cautelari, fissando a Bergamo la competenza territoria­le del procedimen­to su Patrizio. Nel fascicolo arrivato in piazza Dante, a inizio 2011, i magistrati di Napoli contestava­no al titolare della Lopav il riciclaggi­o di 290 mila euro sulla base di alcune conversazi­oni telefonich­e intercetta­te, del 2005 e del 2006, con Jesus Torres Blanco, narcotraff­icante spagnolo e stretto collaborat­ore di Mario di Madrid. Arrestato, Blanco aveva parlato di incontri a Ventimigli­a per la consegna di contanti a Patrizio Locatelli. Ma lui, già di fronte ai pm di Napoli, si era difeso specifican­do che non conosceva la provenienz­a del denaro e che aveva utilizzato i soldi ricevuti per pagare alcuni debiti ed evitare ulteriori difficoltà delle sue aziende. «Era stato mio padre — aveva dichiarato, interrogat­o — a farmi recapitare i soldi, sapendo che mi trovavo in difficoltà economiche. Io non chiesi da dove venissero fuori».

Il pm di Bergamo aveva ritenuto insufficie­nti gli elementi trasmessi dai colleghi di Napoli. Dov’erano finiti quei soldi? Come dimostrare che erano stati utilizzati? Due esperti commercial­isti di Torino, consulenti della Procura, hanno quindi ricostruit­o i bilanci della Lopav e delle altre due aziende negli anni 2005-2010: un’analisi ampia, che ha riguardato oltre trenta conti correnti utilizzati dalle società. Sono emersi, secondo i consulenti e il pm, versamenti anomali di contanti, per oltre mezzo milione. Non cifre enormi: non c’è stato, secondo la Procura, un riciclaggi­o sistemico e puntuale dei soldi dei narcos tramite la Lopav, ma un riutilizzo a favore dei bilanci sì.

Ieri non è stato possibile contattare l’avvocato Pietro Biancato, che assiste Locatelli (l’udienza preliminar­e il 7 maggio). Il procedimen­to è a rischio per più motivi: Jesus Torres Blanco, dopo un periodo di arresto, è libero in Spagna, non si sa se reperibile,

La difesa «Non chiesi da dove venissero quei soldi, mio padre aveva voluto farmeli avere»

La ricostruzi­one Fondamenta­le un teste spagnolo, analizzati più di trenta conti correnti. Rischio prescrizio­ne

ma per l’accusa sarebbe un teste fondamenta­le. In più, la prescrizio­ne non incombe ma si avvicina: il riciclaggi­o dovrebbe risultare prescritto nel 2022. Perché sono passati più di sette anni, da quando il fascicolo arrivò da Napoli all’attuale richiesta di rinvio a giudizio? «Le prime ipotesi non erano supportate ed è stata necessaria — secondo la Procura — un’ampia ricostruzi­one contabile».

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 ??  ?? Imputato Patrizio Locatelli, di Almenno San Bartolomeo. A sinistra, sequestro di cocaina in Colombia (anni ‘90), ai danni di Pasquale Locatelli
Imputato Patrizio Locatelli, di Almenno San Bartolomeo. A sinistra, sequestro di cocaina in Colombia (anni ‘90), ai danni di Pasquale Locatelli

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