«Un vino in memoria di Mattia Ora ci spieghino come è morto»
Elisa Mingarelli sorella del 30enne scomparso in Valmalenco: tanti misteri
«Stava partendo per la montagna. Era sereno e sorridente come sempre. Ero passata a salutare i miei genitori ad Albavilla, col senno di poi quasi avessi avuto un presentimento, e mio fratello era in casa. È stata l’ultima volta che ho visto Mattia». Elisa Mingarelli misura le parole e trattiene le emozioni. Il suo è il racconto di una tragedia che ha sconvolto non solo la sua famiglia, ma i molti amici del giovane agente di commercio comasco, scomparso durante una breve vacanza sulla neve a Chiesa in Valmalenco, nella frazione Barchi, e ritrovato cadavere in un bosco nella ski area dell’alpe Palù, la vigilia di Natale, dopo tre settimane di ricerche. Il giallo di Mattia Mingarelli, 30 anni, non ha ancora una risposta. Morto per una serie di fratture al cranio, compatibili con una caduta nel tratto scosceso a ridosso delle piste da sci, come avrebbe confermato anche l’ultimo sopralluogo nel luogo del rinvenimento del corpo eseguito dai periti della procura di Sondrio e dei famigliari, non aveva però ragione, i dubbi degli investigatori, di essere in quel bosco a sera tarda senza il telefonino, una torcia e soprattutto il suo adorato cane Dante, da cui non si separava mai. Il guinzaglio è stato ritrovato proprio in queste ore nella neve, non distante dalla casa che Mattia aveva affittato e dal rifugio, entrambi sotto sequestro, dove aveva preso un aperitivo con il titolare, che ha poi riconsegnato ai genitori il cellulare del giovane raccontando di averlo raccolto davanti al suo ristoro. Risposte si attendono dagli esiti degli esami tossicologici e sui reperti analizzati dai Ris.
Cosa pensate possa essere successo a Mattia?
«Saranno le indagini a dircelo. Siamo fiduciosi nell’opera degli inquirenti. Certamente chiediamo che venga data una spiegazione ai tanti dubbi e alle tante ombre che avvolgono la morte di mio fratello. Ma soprattutto vorremmo provare a guardare avanti con un progetto che ricordi la sua vitalità e le sue passioni».
«La vigna di Mattia» è il nome della onlus che avete deciso di creare in suo nome.
«Era il suo sogno. Dopo la laurea aveva frequentato un corso da sommelier. A settembre era stato in Sicilia, a Noto. Lì aveva visitato dei terreni e incontrato alcuni amici che hanno un’azienda vitivinicola. Voleva produrre delle grandi bollicine. Lo faremo noi per lui, senza scopro di lucro, e lo spumante che nascerà porterà il suo nome».
La raccolta fondi è appena iniziata e sta avendo diverse adesioni.
«Mia fratello aveva moltissimi amici. Persone concrete e vere che gli sono sempre state accanto e che continuano a farlo anche ora. Abbiamo tanti progetti, come quello per esempio di scrivere un libro. Ma intanto iniziamo con la vigna”.
E con una festa di compleanno in programma il 21 gennaio a Villa Guardia?
«Mattia avrebbe compiuto 31 anni. Vogliamo ricordarlo con gioia. L’iniziativa servirà anche a raccogliere fondi per la onlus».
Chi era Mattia?
«Un ragazzo solare e determinato. Abbiamo undici mesi di differenza, mai un litigio. Era il mio sostegno, di mia sorella, dei miei genitori, delle tante persone che gli volevano bene. E questa morte assurda merita delle risposte».