Corriere della Sera (Bergamo)

Arte e antiquaria­to In Fiera come al museo

Centosetta­nta espositori anche da Roma, Londra e Madrid Dal comò Luigi XVI alle opere contempora­nee. E le mostre di Sironi e Cattaneo

- Morandi

Un appuntamen­to da non perdere per i collezioni­sti d’arte, gli amanti del bello o per chi sta pensando di arredare casa con un comò Luigi XVI. La Fiera di Bergamo da domani apre le porte all’antiquaria­to, all’arte antica italiana, a quella moderna e contempora­nea con Ifa (Italian Fine Art), fino al 20 gennaio, e Baf (Bergamo Arte Fiera), solo fino a lunedì.

In circa 13 mila metri quadri saranno ospitati 170 espositori. Tra le novità, l’arrivo di Artemisia fine Art e Jerome Zodo Gallery da Londra e Antiguedad­es Carretero da Madrid. Girando tra i diversi stand, si può trovare di tutto a partire dal «guru dell’Ottocento», come si definisce Italo Segalini, dell’omonima galleria bresciana. Per lui quel secolo ha un che «di magico — dice —: ha liberato i pittori dalla schiavitù della committenz­a». Tra i pezzi da novanta proposti «La Colonna di San Martiniano del Verziere sotto la neve», olio su tela di Angelo Inganni, «Gioie materne» di Luigi Busi, dipinti di Ferdinando Schauss, Arnaldo Soldini, Francesco Filippini. Per la prima volta in fiera, Antonio Di Giorgio della galleria Argo di Roma. Per rendere omaggio alla città, gioca «in casa», portando il cartone preparator­io realizzato da Achille Funi (insegnante di pittura e direttore dell’Accademia di Belle Arti Carrara, ndr) per l’affresco dei santi della chiesa di San Giorgio al Palazzo, a Milano. Tra i pezzi forti anche una veduta di piazza della Signoria di Ippolito Caffi. «Ci aspettiamo un pubblico di collezioni­sti e curiosi attirati dall’arte contempora­nea — dice Di Giorgio —. Attraverso essa potrebbero avvicinars­i anche all’arte antica. Non a caso presentiam­o un lavoro tridimensi­onale della giovane artista Lucia Crisci». Lo stand della galleria romana Verdini sembra il negozio di un vecchio antiquario: mobili d’epoca settecente­sca, come un comò Luigi XVI di scuola Maggiolini del valore di 55 mila euro, una ribalta veneziana, il cui prezzo si aggira sui 70 mila euro, e suppellett­ili, argenti, bronzi, busti di marmo pregiati, oltre a quadri come «La battaglia di Pirro» di Domenico Gargiulo, detto Micco Spadaro.

A cornice delle mostre mercato, firmate Promoberg e seguite dal curatore artistico Sergio Radici, sono allestite le personali di Mario Sironi e Paolo Cattaneo. La prima è una collezione composta da 80 opere realizzate dal 1915 agli anni Trenta, di cui l’80% inedite. La personale di Piero Cattaneo, con i bronzi datati dal 1967 al 2000, sollecita invece un inaspettat­o confronto tra l’opera scultorea, lo spazio e la fruizione pubblica.

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I padiglioni Tra tele e stampe: immagini dalla precedente edizione

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