BAMBINI E CLICHÉ
Lascia perplessi che a oltre 45 anni di distanza dalla pubblicazione possano ancora suscitare polemiche delle semplici affermazioni che erano già contenute in un libro famoso: Dalla parte delle bambine della pedagogista Elena Giannini Belotti. Da allora il rapporto tra identità sessuale ed educazione sociale è stato al centro di mille ricerche e dovrebbe essere ormai chiaro che invitare i genitori a ragionare su come, senza che ce ne rendiamo conto, trasferiamo ai nostri figli dei modelli culturali, non significhi per ciò stesso demolire la famiglia tradizionale. A farlo, e con ben altro successo, provvedono oggi più potenti fattori economici e sociali, se è vero quello che ci dice la statistica: metà delle «famiglie» di Bergamo sono costituite da un solo elemento. Chiunque abbia dei figli sa che ai maschietti piace pasticciare in cucina e alle femminucce guidare un’automobilina. Semmai era la vecchia educazione maschilista a incanalare precocemente entro stereotipi la libertà dei bambini. Peraltro è inutile fare finta che là fuori crepitino ancora i nostalgici anni Cinquanta. Oggi il lavoro di entrambi i coniugi, le modificazioni del costume, la ridefinizione dei ruoli hanno resa obsoleta la ripartizione rosazzurra dei compiti di un tempo. Tanto vale che gli adulti di domani si abituino presto a una diversa elasticità, perché solo così, senza procedere con lo sguardo volto al passato e senza timori di perdere la propria identità, potranno rendere più saldo quel vincolo familiare, al quale sono i pregiudizi a non fare bene.