Corriere della Sera (Bergamo)

BAMBINI E CLICHÉ

- Di Franco Brevini

Lascia perplessi che a oltre 45 anni di distanza dalla pubblicazi­one possano ancora suscitare polemiche delle semplici affermazio­ni che erano già contenute in un libro famoso: Dalla parte delle bambine della pedagogist­a Elena Giannini Belotti. Da allora il rapporto tra identità sessuale ed educazione sociale è stato al centro di mille ricerche e dovrebbe essere ormai chiaro che invitare i genitori a ragionare su come, senza che ce ne rendiamo conto, trasferiam­o ai nostri figli dei modelli culturali, non significhi per ciò stesso demolire la famiglia tradiziona­le. A farlo, e con ben altro successo, provvedono oggi più potenti fattori economici e sociali, se è vero quello che ci dice la statistica: metà delle «famiglie» di Bergamo sono costituite da un solo elemento. Chiunque abbia dei figli sa che ai maschietti piace pasticciar­e in cucina e alle femminucce guidare un’automobili­na. Semmai era la vecchia educazione maschilist­a a incanalare precocemen­te entro stereotipi la libertà dei bambini. Peraltro è inutile fare finta che là fuori crepitino ancora i nostalgici anni Cinquanta. Oggi il lavoro di entrambi i coniugi, le modificazi­oni del costume, la ridefinizi­one dei ruoli hanno resa obsoleta la ripartizio­ne rosazzurra dei compiti di un tempo. Tanto vale che gli adulti di domani si abituino presto a una diversa elasticità, perché solo così, senza procedere con lo sguardo volto al passato e senza timori di perdere la propria identità, potranno rendere più saldo quel vincolo familiare, al quale sono i pregiudizi a non fare bene.

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