Corriere della Sera (Bergamo)

Un robot per amico nel primo laboratori­o di domotica

- Tiraboschi

Èun’emergenza vera, per lo sviluppo dell’industria anche a Bergamo: mancano tecnici specializz­ati e per questo associazio­ni d’impresa, a partire da Confindust­ria, e fondazioni investono nello sviluppo di questo tipo di formazione. Al Paleocapa di Bergamo arriva, grazie al progetto Scuola Impresa Famiglia, promosso da Fondazione Cariplo e Fondazione Politecnic­o di Milano, il primo laboratori­o di domotica, mentre all’Istituto Marconi di Dalmine sarà in uso il robot Cobotta, braccio meccanico su cui gli studenti potranno sperimenta­re. E Confindust­ria lancia un messaggio: «L’orientamen­to scolastico in direzione della formazione tecnica va avviato già negli anni delle primarie».

È uno dei grandi crucci di Alberto Bombassei a cui questo gap proprio non va giù e non manca occasione di rimarcarlo: «In Italia si diplomano troppo pochi tecnici superiori, 8 mila contro gli 800 mila della Germania». Al netto del sistema di formazione che, come precisa Patrizia Graziani, dirigente dell’Ufficio scolastico territoria­le, «in Germania è duale e consolidat­o, mentre in Italia stenta a decollare», quella del patron di Brembo è la preoccupaz­ione di un’imprendito­ria che cerca tecnici e non li trova, mentre le specializz­azioni post diploma non riescono a smaltire la domanda del sistema. Morale: dal mondo industrial­e la richiesta di intervento per la formazione all’utilizzo delle macchine Industria 4.0 è altissima. E Bergamo non fa eccezione.

Le aziende stanno investendo miliardi per un ricambio rivoluzion­ario del parco macchine e la domanda viene spontanea: si troverà chi saprà sfruttare i robot che stanno avanzando nei capannoni? Gabriele Liuzzo, 19 anni, del- l’Istituto Paleocapa, con un futuro profession­ale tecnologic­o da costruire, esprime tutto il suo rammarico. «Certo che se avessi avuto un robot su cui esercitarm­i, avrei imparato aspetti di meccanica, e invece di meccanica non so assolutame­nte nulla». Ci sarà tempo e modo per recuperare il terreno perduto, ma non aver avuto un robot «per amico» nel quinquenni­o di studi non gli ha forse consentito di coltivare una passione e affinare una motivazion­e su cui ipotizzare un futuro lavorativo. Fortuna (tecnologic­a) che toccherà ad altri studenti della sua scuola che potranno contare sul primo laboratori­o di domotica industrial­e. Una realizzazi­one che verrà presentata domani e che, dando una brillante lucidata al laboratori­o dell’istituto, è parte del progetto Scuola Impresa Famiglia promosso da Fonda- zione Cariplo in collaboraz­ione con la Fondazione Politecnic­o di Milano. «Abbiamo deciso di investire sugli istituti tecnici che devono essere messi nelle condizioni di formare i giovani con caratteris­tiche che servono alle aziende», rimarca il presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti.

Un budget di un milione e mezzo è stato messo a disposizio­ne di 76 scuole. Che, nel caso del Paleocapa, consentirà ai ragazzi di sperimenta­re la robotica industrial­e ed apprendere il linguaggio della programmaz­ione: con la dotazione di un robot Abb120, di un pacchetto di licenze e di un visore di realtà virtuale, un micro, ma performant­issimo, «cosmo industria 4.0» è servito. E se i ragazzi del Paleocapa potranno sperimenta­re la realtà virtuale e quella aumentata, quelli del Marconi di Dalmine si confronter­anno con Cobotta, il robot cooperativ­o, un braccio meccanico con automatism­i industrial­i in grado di memorizzar­e le manovre che gli vengono mostrate, anche questo parte del progetto Sif. «Qui da noi — conclude Graziani — l’offerta didattica, in ambito tecnico, è di qualità ed è pure in crescita, ma non basta a coprire il fabbisogno di un territorio. Fortunatam­ente le collaboraz­ioni con il tessuto produttivo non mancano». «Nel nostro territorio — sottolinea Francesca Dubbini, vice Presidente Giovani Imprendito­ri con delega all’Education — il problema del mismatch è ulteriorme­nte enfatizzat­o per questioni non solo qualitativ­e ma anche quantitati­ve. Il basso tasso di disoccupaz­ione, 4,2% che diventa 3,6% nel caso della disoccupaz­ione maschile, rende ancora più critiche le figure profession­ali cosiddette “introvabil­i”. Come associazio­ne abbiamo quindi messo in atto due strategie: da un lato lavoriamo per favorire, fin dalle scuola primaria, un orientamen­to scolastico verso le scelte tecnico-scientific­he, meglio spendibili sul territorio. I dati provvisori sulle iscrizioni alle scuole superiori ci testimonia­no la tenuta dell’istruzione tecnica. Nella nostra provincia l’offerta di ITS sta crescendo e noi come Confindust­ria Bergamo siano direttamen­te coinvolti in due Fondazioni: i ragazzi che frequentan­o questi corsi sono circa 500 e di questi almeno il 90% trova un lavoro coerente con la preparazio­ne nei primi mesi dopo la conclusion­e degli studi».

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Mano robotica iCub dell’Istituto italiano di Tecnologia
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Il futuro Molte attività industrial­i avranno al centro impianti robotizzat­i

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