Diamanti, il pm: Banco Bpm sapeva della truffa
Indagati l’istituto e il direttore: via 83 milioni
Il direttore generale del Banco Bpm (che ha assorbito l’ex Credito Bergamasco) risulta indagato a Milano per truffa aggravata e autoriciclaggio nell’ambito dell’inchiesta sui diamanti che, fino al 2015, sarebbero stati venduti come investimento ai correntisti, senza però informarli sul valore reale dei preziosi, secondo la Procura. Oltre che al dg Maurizio Foroni i pm contestano responsabilità allo stesso Banco Bpm, che ieri ha subìto un sequestro da 83 milioni, e ad altri quattro istituti. Le indagini sono partite dalle dichiarazioni di un centinaio di consumatori, ma le parti offese sono potenzialmente molte di più: il meccanismo delle informazioni inadeguate, o addirittura volutamente truccate, date ai risparmiatori, era uguale per tutti. «Mi auguro — dice Mina Busi, presidente di Adiconsum — che il sequestro non impedisca alla banca di proseguire nella trattativa per risarcire gli utenti».
Pronti all’integrazione nel gruppo Iccrea salvaguardando l’autonomia. Un obiettivo per cui la Bcc di Treviglio ora ha i numeri in regola: sono quelli scritti nel bilancio 2018 approvato lunedì dal cda e presentato ieri ai dipendenti. Utile d’esercizio a 5,6 milioni, contro i 596 mila euro del 2017. Un risultato che nasce dalla crescita del margine d’interesse, salito da 27,7 milioni a 32,1, e dalle commissioni nette (da 13,94 a 14 milioni).
La banca nel 2018 è arrivata ad amministrare circa 3,4 miliardi di euro di cui più di 2 miliardi sono risparmi raccolti: in particolare la raccolta diretta si ferma a 1.450 milioni e continua il suo trend di leggera discesa, compensato però dalla raccolta indiretta arrivata a 665 milioni (+2,31 %), un incremento legato in larga mi- sura alla componente del risparmio gestito. Oltre 600 milioni ripartiti in 4.300 pratiche il monte di finanziamenti erogati dalla Cassa rurale nell’anno passato, con i fondi erogati alle famiglie pari a 50 milioni contro i 30 del 2017. Qui la parte del leone l’hanno i mutui sulla prima casa.
«Il 2018 — spiega il presidente Giovanni Grazioli — è stato un anno molto impegnativo per il lavoro che abbiamo volto sui crediti deteriorati, con due operazioni di cartolarizzazione da 80 milioni nel primo semestre e altri 30 nel secondo, con un effetto di riduzione di circa 100 milioni di euro». In parallelo è stato stipulato un accordo di gestione in full outsourcing dei crediti in sofferenza: l’attività ha portato il totale delle sofferenze nette a 106 milioni, (-36 % rispetto al 2017) e a un rapporto
Il cambiamento La Cassa rurale pronta per il nuovo gruppo. In netto calo anche i crediti deteriorati
tra sofferenze nette e impieghi netti, del 9,7%. Grazie al buon andamento dell’attività della banca la copertura delle sofferenze ha raggiunto il 53 %, rispetto al 48,40 % del 2017 mentre il credito deteriorato netto, a fine 2018, è sceso 148 milioni (-34 %), con una copertura totale del 47,15%. Il risultato è che ora l’indice di solidità dell’istituto, il Total Capital Ratio, ha raggiunto il 16 % (era al 14,43), con i fondi propri per 153 milioni di euro. «Numeri — conclude Grazioli — che nell’adesione al gruppo Iccrea permetteranno alla Cassa rurale di ottenere una valutazione positiva e l’inserimento nelle fasce delle bcc che potranno conservare la loro autonomia».