Corriere della Sera (Bergamo)

Calenda e Martina, sfida alla Lega e ai Cinquestel­le «Pd, rilanciamo l’energia»

Obiettivo sulle primarie e sulla difficile partita delle Europee

- Fabio Paravisi

La platea comincia con l’applaudire uno che vedono in giro tutti i giorni come Giorgio Gori. Già questo fa capire l’umore dei tanti Dem che hanno stipato fino a occupare anche i posti in piedi la sala della Casa del giovane. C’è voglia di avere qualcuno da approvare e sostenere. Lo stesso applauso liberatori­o che accoglie Gori quando dice: «Sono fiero di essere un sindaco del Pd». Il sindaco di Bergamo ha aperto l’incontro con Maurizio Martina e Carlo Calenda, a sostegno della candidatur­a del primo alla segreteria del Pd e del manifesto «Siamo europei» del secondo (anche se il vero inizio è stato il più impegnativ­o Bruce Springstee­n con «Born to run» a fare da sfondo a un video della campagna di Martina). «Sento un grande entusiasmo — dice Calenda —, di gente del partito e anche esterna, che si riconosce e vuole darsi da fare. Soprattutt­o ci chiede di smettere di litigare e lavorare insieme per i bisogni dei cittadini. Renzi ingombrant­e? Direi di no, gli incontri per il suo libro sono sempre strapieni, vuol dire che tanta gente gli vuole bene e pensa che sia una risorsa per il Pd».

«Serve prima di tutto una grande mobilitazi­one il 3 marzo — aggiunge Martina

❞ Sento grande entusiasmo intorno a noi, anche da gente esterna al partito Carlo Calenda Pd

—, c’è bisogno che tutti i nostri elettori scendano in campo, anche alla luce delle forzature di queste ore: hanno salvato il ministro degli Interni prendendo in giro i loro elettori». «Non si deve fare nessuna alleanza né con la Lega né con i Cinquestel­le, sono allo stesso livello di pericolosi­tà antidemocr­atica», dice poi Calenda. C’è aria di mobilitazi­one: «Abbiamo una classe dirigente in stile Grande bellezza, il cui protagonis­ta si sente fallito e pensa che sia così per tutti. Come se appassiona­rsi fosse qualcosa di poco elegante. Invece dobbiamo invitare dieci amici a merenda (non dico più a cena) e parlare di politica , altrimenti abbiamo perso. Dobbiamo ricomincia­re a usare la voglia di pensare e impegnarci. E poi evitare di fare cavolate, cosa che pare ci riesca difficile». Chiosa finale tra gli applausi: «Anche perché mi sa che mi candido da queste parti».

«È un risveglio di energie positive di cui si ha bisogno», chiosa Gori. Certo, i problemi ci sono : «Qualcuno mi diceva di non mettere il simbolo del Pd — racconta Calenda — ma sarebbe stato nascondere la polvere sotto il tappeto. Il maquillage non serve».«Abbiamo un problema di credibilit­à — ammette Martina — la destra in questi anni ha fat- to un cambiament­o pericoloso ma efficaciss­imo, noi siamo fermi alla terza via, anni novanta». Serve quindi una ripartenza, «fondata sul senso di quello che si fa. Su un riformismo radicale, far capire che Prima gli italiani è uno slogan che non protegge gli italiani». Quindi la necessità di aperture : «Sapete che forze si scatenano se si aprono porte e finestre? — dice Martina —. Ma con dei paletti, non ci interessa chi ci porta alla crisi e ha un’idea malata della democrazia o i finti sceriffi che tengono in ostaggio i migranti per fare un tweet».

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 ??  ?? Con GoriIl sindaco di Bergamo Giorgio Gori saluta Carlo Calenda. Poi parlerà dal palco con gli ex ministri
Con GoriIl sindaco di Bergamo Giorgio Gori saluta Carlo Calenda. Poi parlerà dal palco con gli ex ministri

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