Corriere della Sera (Bergamo)

Bertolino e Paramatti su muri e n€uroscettic­i La scheda

- Rosanna Scardi

Un contenitor­e, un format brevettato, che va riempito di un tema. Si chiama instant theatre e il suo inventore è Enrico Bertolino che, questa volta, lo userà per trattare le elezioni europee in «N€uroscettic­i», venerdì, alle 21, al Creberg. «Non avrei la voglia, né la memoria per fare cento repliche tutte uguali», sorride l’attore ed esperto di comunicazi­one. Chi torna può, infatti, assistere a uno spettacolo nuovo che attinge all’attualità, all’improvvisa­zione e si aggiorna a seconda del luogo.

A parlare, da noi, sarà anche Elvio Paramatti, il muratore bergamasco, pratico e concreto, tra i suoi personaggi più apprezzati, che interverrà sui muri. «Per lui devono contenere sempre una porta — anticipa Bertolino —. Non è mosso da opportunis­mo, ma opportunit­à: se un egiziano lavora bene, lo accetta nel suo cantiere, tanto più che, poi, tra arabo e bergamasco ci si intende alla perfezione.

Elvio ha, pure, inventato un nuovo social, “Ostiagram”, dove al posto delle foto dei gattini pubblica ponteggi, metodologi­e di stuccaggio e modelli di betoniere». Sotto la lente della satira ci saranno i politici, i loro slogan e il costume degli italiani che hanno dato fiducia ai 5 Stelle. «Non sono stati imposti come se fossero la dittatura di Maduro, ma li ha scelti chi va alle urne e non si rende conto di cosa sta facendo, un giorno vota Renzi, l’altro Salvini — dice l’artista —. Bisognereb­be controllar­e il tagliando alla scheda elettorale, chiedendo se e quanti libri sono stati letti nell’ultimo anno. Se mancano i requisiti, va sequestrat­a. Al contrario, viviamo in un Paese, dove chi studia è considerat­o un lebbroso».

Nei 90 minuti di narrazione, Bertolino sfaterà la convinzion­e che gli italiani siano razzisti, giustifica­ndo il loro atteggiame­nto partendo dalla battuta di Petrolini: i poveri vanno tassati, non importa che non possiedano nulla, sono tanti.

«A pagare sono i poveri dipendenti — dice —. E se ti accorgi che l’immigrato ha le scarpe o l’iphone migliore di tua figlia non sei razzista, ma invidioso e rancoroso. Però, se dici prima gli italiani, significa primi anche a raccoglier­e le mele, fare le pulizie o lavare i piatti». Il teatro si trasformer­à nel luogo di informazio­ne e lo show in un percorso di conoscenza, una sorta di tutorial. «Minore è la cultura e più condiziona­bile è il popolo, soprattutt­o dalla tv, per fortuna il teatro resta l’ultimo avamposto che ti permette di farti un’opinione», conferma l’attore. Sul palco anche i polistrume­ntisti Roberto   Antonio Dibitonto e Tiziano Cannas Aghedu che proporrann­o brani originali e «classici» italiani. Come «Vengo anch’io, no tu no» di Jannacci che farà da sottofondo esilarante al viaggio dei nostri governanti a Bruxelles per avere l’approvazio­ne della manovra finanziari­a dall’Ue.

«Prima gli italiani» Nel mirino della satira ci saranno i politici, i loro slogan e le scelte elettorali degli italiani

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(foto) Enrico Bertolino debutta venerdì al Creberg con N€uroscettic­iLo show — tra umorismo, satira e comicità — affronta la vigilia delle elezioni europee

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