Corriere della Sera (Bergamo)

Da Ilicic a Zapata Tutti vogliono i gioielli atalantini

Piacciono tutti i titolari, ma l’Atalanta non ha assolutame­nte fretta: gli introiti della Champions potrebbero cambiare equilibri e blindare la maggior parte dei talenti. E c’è ulteriore denaro dai riscatti

- Losapio

Un assalto ai gioielli della corona atalantina, impegnata in questa ultima settimana di campionato ad agguantare l’obiettivo Champions League; impegno che non allontanan­o le voci che si fanno più insistenti.

Lunedì è stato il giorno di Josip Ilicic, con il Napoli che vuole acquistarl­o: contratto triennale a 2,2 milioni di euro, il 50% in più di quanto prende in nerazzurro. La situazione non è chiusa, ma l’interessam­ento partenopeo esiste, lo sloveno vorrebbe andare in una big — anche perché richiesto in prima persona da Ancelotti — ma poi ci sono alcuni dettagli da chiudere. Non da poco, perché se è vero che l’Atalanta ha pensato, nei mesi scorsi, di cedere Ilicic, nessuno era convinto di poter raggiunger­e la Champions. Escludere tutte le cessioni è impossibil­e, si tratta poi di ricavare il massimo nelle contropart­ite. Roberto Inglese piace, Simone Verdi è stato richiesto nei mesi scorsi, la possibilit­à di collaborar­e c’è. Prima di sedersi a un tavolo, però,

Incassi Milan e Roma devono ancora versare il denaro per i riscatti di Kessie e Cristante

l’idea è quella di vedere come va a finire una stagione che può essere monumental­e.

Stesso discorso per Timothy Castagne, con gli azzurri che sono pronti a offrire un quinquenna­le da 1,5 milioni. Anche qui l’interessam­ento di fondo c’è, bisognerà poi aspettare la prossima settimana quando, a bocce ferme, ci sarà tempo per le valutazion­i. Sul belga c’è anche il Milan — intenziona­to a cambiare sulla corsia mancina — che può offrire una contropart­ita interessan­te come Diego Laxalt, già avuto da Gasperini.

Il tecnico, poi, è al centro delle panchine come identikit per la nuova Roma del duo Petrachi-Totti. E poi per il Milan di Gazidis: la preferenza sarichiest­e rebbe per i rossoneri, con una proprietà solida e che non ha più debiti dopo l’entrata di Elliott. Dall’altra parte c’è l’intenzione, più volte manifestat­a dai Percassi, di rendere Gasperini come il Ferguson della panchina nerazzurra, con un prolungame­nto del contratto e un ulteriore ritocco. Da parte della società c’è dunque una intenzione, legittima, di blindarlo. Poi però ci sono le ambizioni di chi sta facendo la storia dell’Atalanta, recente e non.

Differente il discorso Duvan Zapata: arrivato per 12 milioni di prestito biennale più 12 di riscatto, il suo addio potrebbe essere monetizzat­o. Questo perché ora ne vale circa 50, ha dall’Inter e dalla Premier, ci sarebbe anche il Chelsea se gli venisse tolto il blocco del mercato in entrata. Poi ci sono i chiacchier­ati Mancini e Freuler — ma solo in caso di addio di Gasperini, altrimenti è ritenuto incedibile — il richiestis­simo Hateboer, più Toloi che ogni anno ha più di una richiesta ma che alla fine rimane.

È anche vero che, contrariam­ente ad alcuni anni fa, l’Atalanta non è più considerat­o un trampolino di lancio verso un posto migliore, ma è, di per sé, già un ottimo livello per chi arriva. Alla fine c’è Marten de Roon, oramai bergamasco acquisito, e Alejandro Gomez: il Papu, un anno fa, avrebbe voluto giocare la Champions League. Arrivandoc­i con l’Atalanta sarebbe un super risultato.

In più, in caso di quarto posto, riceverebb­e circa 22 milioni di euro di premi Uefa, più il market pool e gli incassi stagionali, arrivando ad almeno 35. Una potenza economica diversa sul mercato, rispetto agli anni precedenti, che consentire­bbe di non dovere essere preso per la collottola per chiudere affari al ribasso. Anche perché ci sarebbero vari riscatti (Cristante, Kessie) che porteranno ulteriori soldi nel forziere.

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