Morto il dj accoltellato, si era svegliato dal coma
Ferito in modo grave alla testa il 23 aprile dopo il rientro da un rave. Il decesso per emorragia cerebrale
Il 14 maggio si era risvegliato dal coma, sorprendendo anche i rianimatori dell’ospedale Papa Giovanni, che temevano danni neurologici irreparabili. Reagiva agli stimoli Maurizio Canavesi, 34 anni, papà di una bimba di 11, accoltellato il 23 aprile dall’amico Sergio Ubbiali dopo una lite a Terno d’Isola, al rientro da tre giorni di rave party. La lama del coltello era rimasta conficcata nella nuca ed era penetrata, dal basso verso l’alto, nella scatola cranica. Ieri, dopo 29 giorni, le speranze sono crollate: Canavesi è morto in mattinata per un’emorragia cerebrale. Nel dolore i genitori, disperata la madre di Ubbiali. L’accusa di omicidio non è così scontata: bisognerà dimostrare un nesso causale tra la coltellata e l’emorragia.
Restano nel loro silenzio i genitori di Maurizio Canavesi: 34 anni, dj, è morto ieri mattina all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, ventinove giorni dopo le coltellate subite dall’amico Sergio Ubbiali, 25 anni, di Stezzano, che è in carcere. Una in particolare, alla zona occipitale, con la lama che era entrata dal basso verso l’alto nella scatola cranica. La vittima avrebbe compiuto 35 anni l’1 giugno. «La scelta è di non parlare, questa è una tragedia», dice l’avvocato nominato dai familiari, Rahamata Izzo, di Bergamo. Dopo la notizia all’ospedale, il padre Valter Canavesi e la madre Fiorella Angioletti sono rimasti nell’appartamento di via Castegnate 21, a Terno, dove hanno ricevuto alcuni parenti e anche la fidanzata di Maurizio. La loro preoccupazione è anche volta a tutelare la nipote, di 11 anni, che il figlio aveva avuto da una precedente relazione.
Profondamente diversa, ma c’è stata un’altra giornata di dolore, ieri, a Stezzano: quella della mamma di Sergio Ubbiali. Preoccupata di certo per le sorti del figlio, in carcere, e per la sua vicenda penale che potrebbe aggravarsi. Ma anche per lo strazio dei genitori di Canavesi, al termine di un mese drammatico vissuto a una «distanza» obbligata dalle due famiglie. Tutto dovuto a un’aggressione per motivi che la Procura e i carabinieri non hanno mai esitato a definire «futili», un fendente con un coltello da cucina che in pochi attimi aveva spazzato via il rapporto d’amicizia che sembrava esserci tra i due. «Auguri mon ami», aveva scritto Canavesi a gennaio sulla bacheca Facebook di Ubbiali.
La notizia della scomparsa del dj ha sorpreso tutti: le famiglie, i legali, gli amici e anche i medici. Il 14 maggio Canavesi si era risvegliato dal coma e, anche con un certo stupore dei rianimatori che temevano gravi danni neurologici, rispondeva agli stimoli. Le sue condizioni sembravano avviate a una svolta positiva. Ieri è morto a causa di un’emorragia cerebrale. «Ci sono accertamenti in corso», dice la Procura. Una frase che configura uno scenario giudiziario complicato: per sostenere l’accusa di omicidio (al momento l’iscrizione di Ubbiali resta per tentato omicidio) il pm dovrà dimostrare un nesso causale tra l’aggressione del 23 aprile e l’emorragia cerebrale che ha portato al decesso. Un passaggio non così scontato: si preannuncia un confronto serrato tra consulenze medico-legali, a partire dall’autopsia. Mentre dalla difesa, con gli avvocati Marco Saita e Marco Zambelli, arriva un «no comment».
La notte del 23 aprile, un martedì, i due amici erano rientrati insieme dal Pasquatek, rave party a Livorno, dopo tre giorni consecutivi di musica. Sul furgone Fiat Ducato che l’artista di strada di Stezzano aveva riadattato a camper, c’erano anche due amiche giovanissime e un altro conoscente. Tutti in condizioni presumibilmente non lucidissime: gli altri tre passeggeri avevano poi dichiarato ai carabinieri di non aver dormito per tre giorni consecutivi, per godersi la festa. E 24 ore dopo il rientro, quando Ubbiali era stato arrestato a Brescia durante un vano tentativo di fuga, aveva addosso dell’Lsd.
Durante il viaggio di rientro c’era stato qualche screzio tra Canavesi e l’amico alla guida, per i soldi spesi in gasolio. Un’ultima discussione proprio di fronte al condominio di via Castegnate, poco dopo le 4 del mattino: «Sei un avido e un egoista», aveva detto il dj, sentito anche dagli altri amici. Fuori dal camper c’era stata una colluttazione tra i due, interrotta per pochi attimi quando, secondo la ricostruzione dei carabinieri e del pm, Ubbiali era rientrato nell’abitacolo e aveva impugnato un coltello da cucina, con cui aveva poi colpito più volte Canavesi, anche al torace: la lama era rimasta conficcata nella nuca del dj, che era riuscito barcollando a trascinarsi fino alla scala del condominio in cui viveva, prima di perdere conoscenza.