Amadeo va a processo per un’accusa su sette
L’ex dg del Bolognini in aula nel 2020 per la tentata concussione di un medico
Amedeo Amadeo ( foto), ex direttore generale del Bolognini di Seriate andrà a giudizio, nel marzo dell’anno prossimo, per una delle sette accuse, una tentata concussione di un medico che protestò per un concorso. Prosciolto dalle altre sei, compresa quella di peculato per il latte della farmacia preso per la figlia.
Tra le accuse, dall’abuso d’ufficio alla corruzione, poteva sembrare un episodio marginale ma aveva colpito più degli altri. Amedeo Amadeo e la figlia Paola erano imputati di peculato, per essersi presi gratuitamente del latte per neonati dalla farmacia del Bolognini di Seriate. Per la bufera giudiziaria, dopo quella dell’auto blu usata per andare in vacanza in Croazia, il direttore generale da record (2002-2015) si dimise. Lo fece sei giorni prima dell’interrogatorio del gip per decidere sulla misura cautelare della sospensione dal servizio chiesta dal pm Giancarlo Mancusi.
Per i viaggi in Croazia, Amadeo (avvocato Marco Zambelli) era già stato assolto nel 2016 e la procura non ha impugnato la sentenza. Ora, per peculato, abuso d’ufficio, falso e corruzione è stato prosciolto dal gup Marina Cavalleri insieme ad altri sette imputati. È stato invece rinviato a giudizio (al 12 marzo 2020) insieme all’allora direttore sanitario Bruno Zanzottera, 66 anni, per tentata concussione. Fu il dottor Salvatore Mannino a presentare un esposto, a gennaio 2014. Con un anno da facente funzione e dieci in azienda, arrivò terzo al concorso per primario di Medicina ad Alzano. Il primo classificato arrivava da Legnano, come il presidente della commissione. Secondo il pm Giancarlo Mancusi, Amadeo e Zanzottera lo favorirono. Per questa ipotesi di abuso d’ufficio sono stati assolti. Un altro gup (Federica Gaudino), però, ha già rinviato a giudizio Antonino Mazzone, il presidente della commissione che avrebbe dovuto astenersi perché il primo classificato era stato suo collaboratore a Legnano. Per il gup Cavalleri va invece approfondita la seconda accusa (infondata per la difesa), legata alla prima (caduta). Il tentativo di costringere Mannino a sorvolare sul concorso, revocandogli degli incarichi. Amadeo e Zanzottera, la presidente, una componente e il segretario della commissione per scegliere gli esaminatori ai concorsi per i primari di chirurgia ad Alzano e Lovere, di Oftalmologia e Cardiologia a Seriate, sono stati prosciolti dall’accusa di aver finto i sorteggi da una lista nazionale come vuole la legge. Amadeo anche dall’ipotesi di aver offerto 3.000 euro (del Bolognini, quindi un secondo peculato) a una funzionaria convocata dalla finanza perché fosse reticente. E da un terzo peculato, 1.500 euro dell’ospedale per finanziare la campagna elettorale della figlia, nel 2014 candidata per il consiglio comunale a Bergamo.
Quanto al latte, è stato il pm a chiedere il proscioglimento di Amadeo e della figlia. Li aveva indagati sulla base di alcune intercettazioni. In una, lei diceva: «Non è che morirò di fame». Tradotto: poteva fare a meno di quel latte, ma l’aveva preso. Nel frattempo si è fatta avanti la responsabile dell’azienda fornitrice del prodotto. Al pm ha detto che si trattava solo di tre campioni gratuiti di latte in polvere. Nulla «rubato» dal banco.
Padre e figlia Erano accusati di aver preso il latte della farmacia. Il fornitore: erano solo campioni