Corriere della Sera (Bergamo)

Fratelli Bonzi, la fuga dai pedali per la corsa in montagna

Dopo aver iniziato con il ciclismo, Matteo e Nicola puntano al tricolore: «In comune la sofferenza»

- Roberto Amaglio

Con i campionati italiani a staffetta di Saluzzo, il 12 maggio la stagione della corsa in montagna è entrata nella fase calda, che culminerà il 28 luglio e il 22 settembre con le rassegne tricolori di Recoaro e Arco. Una specialità che ha sempre regalato soddisfazi­oni all’atletica bergamasca, come dimostra la vittoria nel cuneese di Nadir Cavagna, Pietro Sonzogni e Francesco Puppi (Atletica Valle Brembana). Tra chi punta a fare bene anche i fratelli Nicola (classe 1995) e Matteo Bonzi (1998), sempre della società brembana.

Una storia particolar­e la loro: dopo quasi dieci anni nel ciclismo, la decisione di appendere la bici al chiodo e dedicarsi a uno sport che impegnasse meno tempo, anche in virtù del lavoro in un’azienda meccanica. «Invece siamo più impegnati di prima», scherzano i fratelli. «Gli allenament­i in bici possono essere interminab­ili, ma nemmeno l’atletica scherza: ogni giorno ci dedichiamo un paio di ore». Uno sport diverso dal ciclismo. «All’inizio non è stato semplice», conferma Matteo, che ha corso in bici fino ai 18 anni. «L’atletica richiede uno sforzo massimale dall’inizio alla fine, sia in salita che in discesa». «Ci è voluto un anno per potenziare muscoli e articolazi­oni», conferma Nicola. Ad aiutarli nella transizion­e Alex Baldaccini e Roberto Ferrari, presidente del sodalizio, che li definisce come lavoratori instancabi­li. «Lo spirito di sacrificio non ci è mai mancato; anche il ciclismo insegna a soffrire e a spingere più in là il limite», afferma Matteo.

La novità è che, complici i risultati, i due ragazzi di San Pellegrino Terme hanno anche maggior fame. «Anche questo sport non concede margini di errore», spiegano i Bonzi. «I posti nei Corpi Militari sono pochi e destinati a quei talenti che, già da giovani, strappano tempi impression­anti». Anche per questo, i Bonzi preferisco­no la corsa in montagna. «È una disciplina più varia, che sa di libertà», dicono all’unisono i fratelli, i cui obiettivi stagionali, però, differisco­no. «Fino a luglio mi concentrer­ò sulla pista, con l’intenzione di migliorare i miei personali sui 5000 e i 10000», spiega Nicola, che a Chiari ha chiuso quinto la prima prova dei campionati assoluti di società sui 5 km. Matteo, invece, ha un solo obiettivo. «Dopo il secondo posto del 2018, il sogno è risalire sul podio degli italiani di corsa in montagna tra gli under 23».

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Nicola Bonzi e, a destra, il fratello Matteo
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Nuova vita

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