Corriere della Sera (Bergamo)

L’EUROPA CHE VOGLIAMO

- Di Davide Ferrario

Che paradossal­e domenica aspetta i bergamasch­i. Da una parte sono chiamati a votare per le elezioni europee, dove molto popolare è l’idea che identifica nell’Europa la fonte dei mali che ci affliggono. Dall’altra, la sera trepideran­no perché l’Atalanta approdi in Champions League: cioè proprio per un posto in quell’Europa che è così facile denigrare. A seconda di come la guardi, l’Europa è un traguardo o una zavorra. Questo strabismo rivela molte delle contraddiz­ioni che albergano nella nostra vita quotidiana. Da una parte è evidente che confrontar­si con un palcosceni­co internazio­nale è comunque positivo; così com’è più gratifican­te giocare col Barcellona che con l’Albinoleff­e. Ma ti espone anche ad aspettativ­e e standard che — per rimanere in ambito calcistico — stanno già mandando in fibrillazi­one i tifosi: conquistat­a la Champions, saremo in grado di mantenere quel livello? Che in fondo è quello che da tempo ci chiedono «quelli di Bruxelles» in politica e in economia. Al che noi rispondiam­o col sovranismo, che è un po’ come dire che le regole del campionato ce le facciamo noi. Ed è proprio quello che vogliono fare i grandi club del pallone con l’idea della SuperLega di cui si parla in questi giorni. Anche qui l’incrocio tra calcio e politica è fervido di suggestion­i: cos’altro è la Super Lega se non una forma di sovranismo di chi ha più soldi e tifosi? Così forse si capisce una cosa: il problema non è l’Europa, ma gli europei che sono più ricchi degli altri.

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