Corriere della Sera (Bergamo)

Patenti e roghi, maxi condanne

Incendi nei parking vicino a Orio, pena di 12 anni per il napoletano accusato di essere il mandante All’ispettore della Motorizzaz­ione civile 9 anni per corruzione: «Refrattari­o alle regole»

- Berbenni, Di Landro

Nove anni di carcere per Richard Paul Vitti e dodici, più di quanto chiesto dalla Procura, per Giuseppe La Manna. Pugno duro del tribunale di Bergamo per il funzionari­o della Motorizzaz­ione, imputato per un giro di favori e soldi che avrebbe preteso da alcuni titolari di scuoleguid­a, ma soprattutt­o per il 36enne campano accusato di essere il mandante degli incendi del 14 e 16 giugno 2017 all’Azzurro Park e al Blu Parking di Grassobbio. Entrambi avevano invocato l’assoluzion­e.

Richard Paul Vitti, il funzionari­o della Motorizzaz­ione accusato di avere preteso favori e mazzette dalle scuoleguid­a, è stato condannato a nove anni di carcere, all’interdizio­ne perpetua dai pubblici uffici e a una confisca per equivalent­e da 1.600 euro. Una pena pesante per una cifra che può sembrare ridicola. Ma in questo processo costruito sulle intercetta­zioni e gli appostamen­ti della polizia stradale non si è mai parlato di grandi somme, il che non rende meno grigia l’immagine emersa del pubblico ufficiale. «Duecentoci­nquanta euro per le sessioni al pomeriggio, 150 euro per quelle al mattino», il presunto tariffario sottoposto a Massimo Flaccadori, 44 anni, di Spinone al Lago, titolare di quattro autoscuole e presidente di un consorzio che ne coordina 29. L’indagine è partita da un suo esposto. Non ha mai mancato un’udienza. Ieri mattina era in aula con Giovanni Capitanio, 43 anni, dell’autoscuola Euro di Clusone, altra parte offesa, la cui deposizion­e — è stato deciso — sarà al centro di nuovi accertamen­ti da parte della procura per una tentata concussion­e rimasta fuori dall’inchiesta.

Dunque, ha retto l’impianto sostenuto dal pm Fabrizio Gaverini, che aveva chiesto sette mesi in più e la condanna anche per il pranzo offerto al funzionari­o da Paolo Filipponi dell’Autoscuola Valle Brembana il 14 febbraio 2017 «perché non guardi agli esami». Ne aveva parlato lo stesso Vitti al telefono con la compagna, dicendo che si faceva corrompere col cibo. Per il collegio presieduto dal giudice Bianca Maria Bianchi il fatto non sussiste, unico capo d’accusa su undici per cui è stata stabilita l’assoluzion­e.

I ristoranti, la benzina, l’autolavagg­io, i soldi intascati alla fine degli esami. E in sottofondo, registrato dalla cimice, quello che la polizia ritiene il fruscio delle banconote. Non saranno girate grandi cifre, ma i «dazi» a Vitti, 54 anni, di Bergamo, per alcune autoscuole sarebbero stati all’ordine del giorno, come spese ordinarie non tanto per avere più promozioni, ma per assicurars­i esami normali. Viceversa a chi non sottostava toccavano prove da incubo: dalle domande teoriche non previste alle manovre a sorpresa per mettere sotto pressione il candidato e indurlo all’errore. Per il filone del «clientelar­ismo» Vitti è stato ritenuto colpevole di corruzione, concussion­e e tentata concussion­e. Per le finte malattie, di truffa ai danni dello Stato. Avrebbe presentato certificat­i in cui risultava affetto da problemi di insonnia e sindrome ansioso-depressiva. Invece era in partenza per l’Abruzzo o per gli Stati Uniti. I 1.646 euro per cui è stata disposta la confisca sono stati calcolati sui periodi di finta malattia pagata e sulle somme intascate che è stato possibile accertare. Colpevole, infine, anche per il rilascio di un duplicato di patente fasullo.

Vitti ha ascoltato il verdetto impassibil­e e lasciato il tribunale al fianco del suo difensore, l’avvocato Claudio Cenacchi. È rimasto in silenzio, come per tutto il processo. L’appello è sicuro: «Attendiamo le motivazion­i, ma lo ritengo doveroso sia per il merito della vicenda, sia per la pena elevata», commenta il legale, che una settimana fa aveva invocato l’assoluzion­e. Si è sempre professato innocente, il funzionari­o dalla «personalit­à spregiudic­ata e refrattari­a alle regole». È la conclusion­e del collegio nel respingere, a margine, la richiesta di revoca della misura cautelare. Vitti deve rimanere ai domiciliar­i.

Per i giudici Vitti ha dimostrato «una personalit­à spregiudic­ata e refrattari­a alle regole»

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L’arresto Richard Paul Vitti, 54 anni, era finito in carcere a febbraio 2018

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