Bocia, ricorso respinto Daspo fino al 2022
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della difesa di Claudio Galimberti, il Bocia della tifoseria atalantina, contro il Daspo di 5 anni firmato dal questore ad agosto del 2015 (e poi prolungato di un altro anno e mezzo) dopo l’«affronto» alla polizia con la testa di porchetta. L’argomento della difesa, sull’assenza di pericoli legati all’iniziativa del Bocia, è stato respinto.
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dalla difesa di Claudio Galimberti ( foto), il Bocia della Curva Nord atalantina, contro il Daspo di cinque anni, poi prolungato di altri 18 mesi, firmato nel 2015 dal questore Girolamo Fabiano dopo «l’affronto» della porchetta. Ad aprile di quell’anno Galimberti entrò nell’area dell’antistadio e dopo essersi avvicinato ai tornelli con una testa di porchetta in mano la consegnò a due poliziotti «urlando — scrivono i giudici —: ”Questa datela alla questura”». Il Tar aveva già bocciato il primo ricorso, ora il Consiglio di Stato si è espresso contro l’appello su quella decisione. A rappresentare il Bocia è stato l’avvocato Giovanni Adami, che ha contestato la violazione, prospettata dal questore e indicata da un articolo della legge 401 del 1989, dello «scavalcamento e dell’invasione di campo», sostenendo che la nozione di impianto sportivo è stata interpretata in modo molto ampio. Non ci sarebbe stato, inoltre, secondo la difesa, nessun pericolo per l’ordine pubblico dovuto all’atteggiamento del Bocia. Nella sentenza il Consiglio di Stato argomenta, richiamando il Tar, che «i luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive devono intendersi gli impianti nel loro complesso e non già il solo spazio che è deputato allo svolgimento di una gara». Inoltre, sulla presunta mancanza di rischi, scrivono i giudici, «il questore ha puntualmente motivato su tale presupposto, sottolineando il profilo soggettivo del destinatario del provvedimento, gravato da precedenti specifici». Il Daspo, prolungato l’anno scorso, durerà fino a marzo del 2022.