Corriere della Sera (Bergamo)

Carica Dell’Agnello «Bergamo può battere tutti»

- Gazzetti

Bergamo non vuole smettere di stupire ed è intenziona­ta dipingere con colori più sgargianti una stagione che già ora è indelebile. Stasera a Capo d’Orlando prendono il via le semifinali (alle 21) e Sandro Dell’Agnello ( foto) manda un messaggio stentoreo a chi pensa che i gialloneri possano recitare il ruolo delle vittime sacrifical­i al cospetto di una corazzata che vanta una striscia aperta di 16 vittorie e non perde da 114 giorni. «Quando arrivi a questo punto non puoi dire “non abbiamo niente da perdere” — afferma il coach —. Noi siamo qui per vincere anche se a inizio stagione pensavamo solo a salvarci. Se siamo tra le migliori 4 è perché lo meritiamo. Non ci sono squadre impossibil­i: senza presunzion­e dico che abbiamo il 50% di possibilit­à di arrivare in finale. Abbiamo costruito una chimica di squadra così forte che ci verrebbe da dire che anche contro Golden State avremmo una chance. Poi perderemmo di 70 punti ma una possibilit­à ce la daremmo». Brandon Taylor, infortunat­osi al polso in gara 4 con Mantova, non si è ancora allenato con il pallone ma è in recupero: «Di fronte a un problema l’alibi ti aiuta solo a perdere mentre cercare una soluzione ti aiuta a vincere. Non è filosofia, è praticità: quando si è fatto male non ho detto nulla allo spogliatoi­o, sono andato avanti come se non fosse successo. Se lo avessi sottolinea­to ci avrebbe indebolito. Abbiamo una piccola speranza di averlo nella seconda gara ma ricordiamo­ci che senza di lui abbiamo vinto 4 partite su 5». Capo d’Orlando vanta la miglior coppia di stranieri del torneo. Triche e Parks nelle due gare stagionali contro Bergamo (1-1 il bilancio) hanno realizzato 91 punti: «Hanno un quintetto fortissimo. Loro sono molto bravi a correre, e non possiamo lasciargli­elo fare». In questi giorni si parla molto del suo futuro: «Mi hanno offerto il rinnovo: loro mi hanno detto delle cose, io ne ho dette altre. Se ci fossero le condizioni potrei anche rimanere qui ma parliamone a bocce ferme».

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