Gori e Stucchi Ultime scintille su Città Alta
Il sindaco e il leghista divisi sul parking
«Sul parcheggio di via Fara, abbiamo mancato nella capacità di raccontare esattamente cosa fosse. Abbiamo lasciato spazio a una serie di distorsioni. Ma quest’opera protegge Città Alta: circoscrive ad un unico luogo di sosta l’accesso di auto di non residenti». Così dice il sindaco Giorgio Gori, candidato del centrosinistra. Nelle ultime settimane, si sono aggiunti extra costi per il parcheggio. «Costi — dice Gori — necessari per garantire ulteriormente la stabilità del terreno, e che saranno a carico di Bergamo Parcheggi». Il candidato del centrodestra, Giacomo Stucchi, dice che se verrà eletto sospenderà i lavori e farà fare una Valutazione di impatto ambientale per capire se il progetto è compatibile in quel luogo. «Non mi interessa se ci vorrà un anno, l’importante è avere la certezza di fare la cosa giusta. Se l’esito sarà positivo si andrà avanti ma riservando il parcheggio solo ai residenti».
Giorgia Meloni, l’Inno di Mameli e il temporale arrivano in contemporanea. E subito dopo parte «Noter de Bèrghem». Non è andata proprio secondo le previsioni il finale di campagna del centrodestra. In piazza Vittorio Veneto erano arrivati in 250. Ci sono Daniela Santanchè e Ignazio La Russa, i ragazzini che distribuiscono tricolori più grandi di loro e i gazebo con i panini al salame e formaggio. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni è attesa per la chiusura di campagna e la festa finale. L’assessore regionale Lara Magoni si aggira vestita in abiti tradizionali di Selvino, reggendo una polenta: «Farò una sorpresa a Giorgia. Qui ci sono tanti politici nazionali, io voglio parlare di fatti locali. E le donerò la polenta, il piatto tradizionale diventato cibo da gourmet in tutto il mondo. Visto che un piatto di polenta non si nega a nessuno, è anche un simbolo — sottolinea — di accoglienza e ospitalità». Ma Giorgia Meloni è in ritardo di un’ora, sulla piazza si addensano nubi nere. Santanchè e Carlo Fidanza si compiacciono dei tanti tricolori ed entrambi se la prendono con Giorgio Gori che «lo usa come uno straccio», chiedendo quindi di «liberare Bergamo». Infine arriva Meloni e mentre risuona l’Inno inizia a piovere. Magoni sale sul palco, fa partire la canzone in bergamasco e offre la polenta al suo leader. Il temporale si scatena, i tecnici spaventati iniziano a smontare il palco con La Russa che li sgrida, Meloni parla ai pochi rimasti in piazza e ai tanti altri fuggiti sotto i portici: «Votando per noi si cambia Bergamo, che non merita un sindaco che scappa dalla città candidandosi altrove e usa il tricolore come strofinaccio. Ma si cambia anche l’Europa, dove l’Italia si inchina ai francesi che ci vogliono rubare il Parmigiano. E si cambia l’Italia: ho detto a Salvini che non può riuscire a fare politiche di centrodestra insieme a gente di sinistra». Continua a piovere, si ripiega sui panini. Gli altri discorsi si svolgeranno sotto i portici.