Corriere della Sera (Bergamo)

Stucchi: lotta al degrado e nuove idee per il traffico Gamec al Palazzetto? Calma

Lo sfidante leghista lancia un progetto di Smart City e proclama: domani vinco

- Di Simone Bianco e Fabio Paravisi

Si lascia andare sulla sedia e si sfrega gli occhi. Anche per Giacomo Stucchi è suonata la campanella dell’ultimo chilometro: ha trascorso la mattinata a giocare a carte, poi pisolino e infine gli ultimi appuntamen­ti. «Ancora due giorni di campagna elettorale», sospira. Inutile precisare l’eventualit­à di un ballottagg­io: «Vinciamo noi al primo turno», taglia corto. Il candidato sindaco del centrodest­ra arriva alla vigilia del voto sfoggiando grande sicurezza sul risultato finale. Tanto che ormai pensa solo alla presentazi­one del suo progetto sulla Smart City (che illustra solo all’ultimo momento perché «altrimenti Gori ci avrebbe rubato le idee») e alla festa finale. «Stamattina — racconta — sono andato al centro terza età del Villaggio degli Sposi e sono rimasto un’ora e mezza a giocare a carte, tanto ormai i voti che dovevo prendere li ho presi. La campagna elettorale è costata ventimila euro della Lega più duemila che ho messo io».

Una campagna, secondo alcuni, con poco sostegno dal resto del partito o dagli alleati.

«Ho rapporti ottimi con tutti. Poi ognuno ha la sua campagna da seguire, per il Comune o nel resto della provincia, ma c’è chi ha partecipat­o».

Lei non propone rivoluzion­i, anzi spesso parla di continuità. Perché un elettore dovrebbe votare lei e non Giorgio Gori?

«Perché noi abbiamo l’obiettivo di alzare ulteriorme­nte la qualità della vita dei bergamasch­i. E soprattutt­o potremo contare su una serie di sinergie politiche ad alti livelli istituzion­ali in Regione e a Roma, dove ho grandi rapporti, e questo è un vantaggio reale. Poi la nostra offerta è declinata in modo molto più interessan­te per i bergamasch­i, che sono un elettorato di centro moderato mentre Gori ha imbarcato parte della sinistra. Io stesso sono una persona molto moderata».

Pure troppo: qualcuno le rimprovera una campagna poco aggressiva, poco salviniana.

«Perché vedo gli altri come avversari politici e non come nemici. Abbiamo impostato la campagna sul modo di vivere la politica dei bergamasch­i: andare allo scontro sarebbe stato deleterio. Invece abbiamo evidenziat­o gli errori degli avversari, confrontat­o le proposte e proposto soluzioni positive».

Qualche esempio di proposta.

«Per esempio lottare contro il degrado urbano, avere maggiore tutela di ciò che accade a Bergamo ed evitare che avvengano certe cose utilizzand­o meglio la polizia locale, che oggi è al minimo. Poi l’attenzione al quotidiano, i marciapied­i dissestati, i giardini non curati: a Colognola ci sono siepi non potate da tre anni. Ci sono opere realizzate con soldi pubblici ma lasciate senza manutenzio­ne. Quando mi segnalano un problema vado a vedere e poi faccio eseguire l’intervento. Spesso la gente non chiede tanto, bastano cose minime».

Il traffico è vissuto come il problema principale. Che risposte dà nel suo programma?

«La viabilità si migliora utilizzand­o di più la ferrovia, ma per quello servono tempi lunghi. La cosa migliore per il momento è creare parcheggi esterni a prezzo convenient­e, con corse dell’Atb verso il centro. Per questo è fondamenta­le che il treno per Orio abbia una fermata alla Fiera: quel parcheggio può essere il primo polmone, utilizzabi­le per quasi tutto l’anno».

A proposito di parcheggi: in caso di vittoria come affronterà il problema di via Fara?

«Sospenderò i lavori e farò fare una Valutazion­e di impatto ambientale per capire se il progetto è compatibil­e in quel luogo. Non mi interessa se ci vorrà anche un anno, l’importante è avere la certezza di fare la cosa giusta. Se l’esito sarà positivo si andrà avanti ma riservando il parcheggio solo ai residenti, come era previsto all’inizio mentre poi sono state cambiate le carte in tavola. Se l’esito sarà negativo il progetto sarà ridimensio­nato. E probabilme­nte sarà ciò che succederà».

In quel caso bisognerà vedere come la prenderann­o gli avvocati di Bergamo Parcheggi.

«Bisognerà sedersi con chi gestisce la partita e decidere di conseguenz­a, ma il Comune non ci deve più mettere nemmeno un soldo. Si dovranno studiare le clausole. Che però noi non conosciamo, così come non conosciamo gli extra costi perché il sindaco non ce li dice, non lo sanno nemmeno i consiglier­i comunali. Nessuno dà informazio­ni corrette, non riusciamo ad avere dall’amministra­zione dati che dovrebbero avere tutti. È una follia».

Pensa che Gori subirà ripercussi­oni elettorali per la vicenda del parcheggio di Città Alta?

«Pagherà un dazio enorme, ma se l’è cercata perché non ha affrontato il problema in modo corretto».

Quali sono stati gli errori più grossi del sindaco uscente?

«Non ha interloqui­to con i cittadini. Ha un carattere particolar­e, non riesce a stabilire un contatto. Lui stesso ha riconosciu­to di essere stato carente in partecipaz­ione. Io ho avuto un ufficio parlamenta­re nel quale in 22 anni ho ricevuto 10 mila persone che mi parlavano dei loro problemi, sono un politico vecchio stampo. Noi leghisti abbiamo una matrice popolare e popolana, Gori viene visto come un vip».

Gori la accusa di essersi proposto a Bergamo come ripiego per non avere avuto la candidatur­a alle Politiche e alle Europee.

«Quella alle Europee l’avevo già in tasca, anche se non mi interessav­a. Poi il 31 gennaio mi hanno prospettat­o la candidatur­a per Bergamo e ho detto: a disposizio­ne. Per un po’ non ne ho potuto parlare perché ci si doveva coordinare con le trattative a Pavia e Cremona, ma avevo già cominciato a prendere i contatti».

Proprio per essere stato tanti anni a Roma come parlamenta­re, gli avversari la descrivono poco consapevol­e dei temi della città.

«Gori ha vissuto 35 anni a Milano prima di tornare a Bergamo, non accetto lezioni da nessuno. Lui è un grande comunicato­re, sa sfruttare l’immagine e ha fatto un bellissimo spot. Ma i bergamasch­i sono concreti, non ti votano per uno spot. E poi ha l’abitudine di parlare di opere realizzate anche se sono solo agli inizi. Opere su cui posso concordare, ma si dice che la polenta è pronta solo quando è in tavola».

Opere che proseguira­nno in ogni caso?

«La continuità deve caratteriz­zare un’amministra­zione intelligen­te. Se le opere servono, vanno portate avanti. Poi toccherà ai nuovi amministra­tori decidere cosa mettere in certi contenitor­i. Come al Gres. E, sulla Gamec al Palazzetto, dico: calma, io non sono per chiudere il palasport attuale. Vedremo come andrà Chorus Life, perché alcune società minori avranno problemi economici a trasferirs­i nella nuova struttura. Quindi potrebbero servire comunque due palazzetti».

Il suo progetto di Smart City in cosa consiste?

«C’è un controllo del traffico con algoritmi particolar­i, telecamere fisse per il controllo della sosta breve, sistemi radar per la verifica del rumore, tempi dei semafori che cambiano a seconda delle esigenze e degli orari. E un nuovo sistema per le multe. Oggi se scade il parcometro si prende una multa con una cifra fissa. Invece si pagherà in proporzion­e al tempo in più passato dopo la scadenza».

Sembra un incentivo al parcheggio in divieto.

«Puntiamo a un rapporto amicale con i cittadini. Ma gli ausiliari della sosta passeranno molto più spesso».

Qual è la sua idea di città?

«Policentri­ca, dove tutti devono trovare il proprio spazio evitando le ghettizzaz­ioni. Si parla di movida in Borgo Santa Caterina, ma la città non dev’essere suddivisa in base all’età di chi la frequenta: ci dev’essere una contaminaz­ione continua con la frequentaz­ione di tutti. Io vedo una Bergamo vivace ed effervesce­nte in cui tutti i quartieri vengano coinvolti nelle manifestaz­ioni e non solo il centro».

Il dilemma via Fara Faremo una Via per capire se il parking è compatibil­e in quel luogo. Se lo è, si andrà avanti ma riservando­lo ai residenti, altrimenti il progetto sarà ridimensio­nato. Ma il Comune non sborserà più nemmeno un soldo

Conferma il suo pronostico finale?

«Vinciamo noi al primo turno. Le Europee inciderann­o tantissimo».

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Ex senatore Giacomo Stucchi, 50 anni, è originario di Verdello ma vive da anni in Città Alta

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