Stucchi: lotta al degrado e nuove idee per il traffico Gamec al Palazzetto? Calma
Lo sfidante leghista lancia un progetto di Smart City e proclama: domani vinco
Si lascia andare sulla sedia e si sfrega gli occhi. Anche per Giacomo Stucchi è suonata la campanella dell’ultimo chilometro: ha trascorso la mattinata a giocare a carte, poi pisolino e infine gli ultimi appuntamenti. «Ancora due giorni di campagna elettorale», sospira. Inutile precisare l’eventualità di un ballottaggio: «Vinciamo noi al primo turno», taglia corto. Il candidato sindaco del centrodestra arriva alla vigilia del voto sfoggiando grande sicurezza sul risultato finale. Tanto che ormai pensa solo alla presentazione del suo progetto sulla Smart City (che illustra solo all’ultimo momento perché «altrimenti Gori ci avrebbe rubato le idee») e alla festa finale. «Stamattina — racconta — sono andato al centro terza età del Villaggio degli Sposi e sono rimasto un’ora e mezza a giocare a carte, tanto ormai i voti che dovevo prendere li ho presi. La campagna elettorale è costata ventimila euro della Lega più duemila che ho messo io».
Una campagna, secondo alcuni, con poco sostegno dal resto del partito o dagli alleati.
«Ho rapporti ottimi con tutti. Poi ognuno ha la sua campagna da seguire, per il Comune o nel resto della provincia, ma c’è chi ha partecipato».
Lei non propone rivoluzioni, anzi spesso parla di continuità. Perché un elettore dovrebbe votare lei e non Giorgio Gori?
«Perché noi abbiamo l’obiettivo di alzare ulteriormente la qualità della vita dei bergamaschi. E soprattutto potremo contare su una serie di sinergie politiche ad alti livelli istituzionali in Regione e a Roma, dove ho grandi rapporti, e questo è un vantaggio reale. Poi la nostra offerta è declinata in modo molto più interessante per i bergamaschi, che sono un elettorato di centro moderato mentre Gori ha imbarcato parte della sinistra. Io stesso sono una persona molto moderata».
Pure troppo: qualcuno le rimprovera una campagna poco aggressiva, poco salviniana.
«Perché vedo gli altri come avversari politici e non come nemici. Abbiamo impostato la campagna sul modo di vivere la politica dei bergamaschi: andare allo scontro sarebbe stato deleterio. Invece abbiamo evidenziato gli errori degli avversari, confrontato le proposte e proposto soluzioni positive».
Qualche esempio di proposta.
«Per esempio lottare contro il degrado urbano, avere maggiore tutela di ciò che accade a Bergamo ed evitare che avvengano certe cose utilizzando meglio la polizia locale, che oggi è al minimo. Poi l’attenzione al quotidiano, i marciapiedi dissestati, i giardini non curati: a Colognola ci sono siepi non potate da tre anni. Ci sono opere realizzate con soldi pubblici ma lasciate senza manutenzione. Quando mi segnalano un problema vado a vedere e poi faccio eseguire l’intervento. Spesso la gente non chiede tanto, bastano cose minime».
Il traffico è vissuto come il problema principale. Che risposte dà nel suo programma?
«La viabilità si migliora utilizzando di più la ferrovia, ma per quello servono tempi lunghi. La cosa migliore per il momento è creare parcheggi esterni a prezzo conveniente, con corse dell’Atb verso il centro. Per questo è fondamentale che il treno per Orio abbia una fermata alla Fiera: quel parcheggio può essere il primo polmone, utilizzabile per quasi tutto l’anno».
A proposito di parcheggi: in caso di vittoria come affronterà il problema di via Fara?
«Sospenderò i lavori e farò fare una Valutazione di impatto ambientale per capire se il progetto è compatibile in quel luogo. Non mi interessa se ci vorrà anche un anno, l’importante è avere la certezza di fare la cosa giusta. Se l’esito sarà positivo si andrà avanti ma riservando il parcheggio solo ai residenti, come era previsto all’inizio mentre poi sono state cambiate le carte in tavola. Se l’esito sarà negativo il progetto sarà ridimensionato. E probabilmente sarà ciò che succederà».
In quel caso bisognerà vedere come la prenderanno gli avvocati di Bergamo Parcheggi.
«Bisognerà sedersi con chi gestisce la partita e decidere di conseguenza, ma il Comune non ci deve più mettere nemmeno un soldo. Si dovranno studiare le clausole. Che però noi non conosciamo, così come non conosciamo gli extra costi perché il sindaco non ce li dice, non lo sanno nemmeno i consiglieri comunali. Nessuno dà informazioni corrette, non riusciamo ad avere dall’amministrazione dati che dovrebbero avere tutti. È una follia».
Pensa che Gori subirà ripercussioni elettorali per la vicenda del parcheggio di Città Alta?
«Pagherà un dazio enorme, ma se l’è cercata perché non ha affrontato il problema in modo corretto».
Quali sono stati gli errori più grossi del sindaco uscente?
«Non ha interloquito con i cittadini. Ha un carattere particolare, non riesce a stabilire un contatto. Lui stesso ha riconosciuto di essere stato carente in partecipazione. Io ho avuto un ufficio parlamentare nel quale in 22 anni ho ricevuto 10 mila persone che mi parlavano dei loro problemi, sono un politico vecchio stampo. Noi leghisti abbiamo una matrice popolare e popolana, Gori viene visto come un vip».
Gori la accusa di essersi proposto a Bergamo come ripiego per non avere avuto la candidatura alle Politiche e alle Europee.
«Quella alle Europee l’avevo già in tasca, anche se non mi interessava. Poi il 31 gennaio mi hanno prospettato la candidatura per Bergamo e ho detto: a disposizione. Per un po’ non ne ho potuto parlare perché ci si doveva coordinare con le trattative a Pavia e Cremona, ma avevo già cominciato a prendere i contatti».
Proprio per essere stato tanti anni a Roma come parlamentare, gli avversari la descrivono poco consapevole dei temi della città.
«Gori ha vissuto 35 anni a Milano prima di tornare a Bergamo, non accetto lezioni da nessuno. Lui è un grande comunicatore, sa sfruttare l’immagine e ha fatto un bellissimo spot. Ma i bergamaschi sono concreti, non ti votano per uno spot. E poi ha l’abitudine di parlare di opere realizzate anche se sono solo agli inizi. Opere su cui posso concordare, ma si dice che la polenta è pronta solo quando è in tavola».
Opere che proseguiranno in ogni caso?
«La continuità deve caratterizzare un’amministrazione intelligente. Se le opere servono, vanno portate avanti. Poi toccherà ai nuovi amministratori decidere cosa mettere in certi contenitori. Come al Gres. E, sulla Gamec al Palazzetto, dico: calma, io non sono per chiudere il palasport attuale. Vedremo come andrà Chorus Life, perché alcune società minori avranno problemi economici a trasferirsi nella nuova struttura. Quindi potrebbero servire comunque due palazzetti».
Il suo progetto di Smart City in cosa consiste?
«C’è un controllo del traffico con algoritmi particolari, telecamere fisse per il controllo della sosta breve, sistemi radar per la verifica del rumore, tempi dei semafori che cambiano a seconda delle esigenze e degli orari. E un nuovo sistema per le multe. Oggi se scade il parcometro si prende una multa con una cifra fissa. Invece si pagherà in proporzione al tempo in più passato dopo la scadenza».
Sembra un incentivo al parcheggio in divieto.
«Puntiamo a un rapporto amicale con i cittadini. Ma gli ausiliari della sosta passeranno molto più spesso».
Qual è la sua idea di città?
«Policentrica, dove tutti devono trovare il proprio spazio evitando le ghettizzazioni. Si parla di movida in Borgo Santa Caterina, ma la città non dev’essere suddivisa in base all’età di chi la frequenta: ci dev’essere una contaminazione continua con la frequentazione di tutti. Io vedo una Bergamo vivace ed effervescente in cui tutti i quartieri vengano coinvolti nelle manifestazioni e non solo il centro».
Il dilemma via Fara Faremo una Via per capire se il parking è compatibile in quel luogo. Se lo è, si andrà avanti ma riservandolo ai residenti, altrimenti il progetto sarà ridimensionato. Ma il Comune non sborserà più nemmeno un soldo
Conferma il suo pronostico finale?
«Vinciamo noi al primo turno. Le Europee incideranno tantissimo».