Patenti e favori: «I pieni all’auto a mia insaputa»
Parla il funzionario della Motorizzazione: io, un soldato della patria
Èstato condannato in primo grado a nove anni di carcere per i favori che avrebbe preteso dalle autoscuole. Ma Richard Paul Vitti, funzionario sospeso della Motorizzazione civile, oggi ai domiciliari, si professa innocente. I pieni di benzina alla sua auto? «Sono stati fatti a mia insaputa», sostiene. E i pranzi? «Mi invitavano, accettavo per educazione». Nega di avere mai intascato denaro. E su Facebook pubblica la scritta: «Oggi è uno di quei giorni in cui ringrazio di non avere il porto d’armi».
Se ne è andato dall’aula com’è venuto. Impassibile. Come se quei nove anni di pena e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici non l’avessero scalfito. La reazione è arrivata qualche ora dopo, su Facebook. «Oggi è uno di quei giorni in cui ringrazio di non avere il porto d’armi», ha pubblicato in bacheca. Si sente vittima di un’ingiustizia Richard Paul Vitti, 54 anni, di Bergamo. È il funzionario della Motorizzazione civile condannato per corruzione, concussione (in un caso tentata), truffa ai danni dello Stato e falso. Il filone principale riguarda i favori ottenuti, a volte pretesi, da alcuni titolari di scuoleguida in cambio di esami regolari. Il pm Fabrizio Gaverini ha coordinato il lavoro della polizia stradale, i giudici hanno concesso l’assoluzione solo per un capo d’accusa su undici, un pranzo offerto finito in un’intercettazione.
«Io sono uno che professa la pace, non la guerra. E poi le armi possono essere di tanti tipi, anche le parole a volte sono armi». Vitti risponde al telefono, da casa. È ai domiciliari dopo i due mesi di carcere seguiti all’arresto del 24 febbraio 2018. È anche sospeso senza stipendio. A processo non ha mai parlato, ora si sfopranzo ga: «Mi hanno rovinato la vita — dichiara —. Non ho mai rubato, ho sempre fatto solo il mio dovere. Sono un soldato della patria entrato nella pubblica amministrazione con un regolare concorso». Il suo avvocato Claudio Cenacchi aveva chiesto la revoca della misura cautelare. Il tribunale l’ha negata per la «personalità spregiudicata e refrattaria alle regole» mostrata da Vitti, che non avrebbe cambiato regime nemmeno dopo avere saputo di essere indagato. «Non è andata così, sarei stato stupido — si difende —. E poi se fossi colpevole, crede che sarei tornato dall’America?». Quello negli Stati Uniti è uno dei viaggi che gli è costato l’accusa di truffa. Risultava in malattia. Problemi seri di salute sostiene di averli avuti. «Un infarto, il 10 ottobre 2015, sono vivo per miracolo — prosegue —. Sono tornato al lavoro dopo 40 giorni, anche se il medico me ne aveva consigliati 90. E subito mi hanno messo allo sportello. In carcere mi ha salvato il pensiero dei miei tre figli».
Non nega di essere andato a con i titolari delle scuoleguida: «Se la invitano, lei cosa fa per educazione?», precisa. Dà la sua versione anche sui due pieni di benzina pagati da Giovanni Capitanio, una delle parti offese che ha testimoniato contro di lui. La tesi della difesa è che sia inattendibile, come quel Massimo Flaccadori il cui esposto ha originato l’inchiesta. «La prima volta — spiega Vitti — Capitanio mi aveva detto che voleva cambiare la macchina. Gli avevo dato le chiavi per provare la mia, a me non serviva perché stavo facendo l’esame, ero in buona fede. La seconda, gli avevo chiesto di andare a ritirarmi un pezzo di ricambio. È stata una sua iniziativa farmi la benzina, non mi sono nemmeno accorto delle lancette». E le domande fuori programma? Per l’accusa, erano un modo per mettere sotto pressione i candidati delle autoscuole «ostili». Vitti: «Lei sa che cos’è la carta di circolazione? E che cosa si deve fare in autostrada? Sono a posto con la mia coscienza, facevo quello che mi diceva il Signore, bocciavo chi non era preparato». Quanto al verdetto: «Non me lo aspettavo, perché io mi sento innocente».
❞ Erano i titolari delle scuole guida a invitarmi a pranzo. Andavo per educazione. Non mi aspettavo la condanna perché mi sento innocente Richard Paul Vitti
Su Facebook Ha scritto: «Ringrazio di non avere il porto d’armi». Poi, precisa: «Sono per la pace»