UNA CITTÀ EUROPEA
Le considerazioni che seguono vanno lette senza alcun intento di giudizio di merito sui contenuti politici, ma come oggettiva analisi di tendenze in atto. Primo fatto: a livello nazionale, la Lega ha chiaramente vinto le elezioni. Gli italiani, in maggioranza, hanno aderito al modello ideologicopolitico di Matteo Salvini. Secondo fatto: nelle grandi città da Roma in su (ma anche a Bari), gli elettori vanno in controtendenza. Premiano il Pd sia alle Europee che alle Amministrative. In Piemonte, dove il centrodestra conquista la Regione, Torino vota a sinistra. Terzo fatto conseguente: aree metropolitane e provincia seguono due strade diverse. Dove si colloca Bergamo? Di nuovo, leggiamo i dati. La città premia il Pd alle Europee (seppur di pochissimo) e riconferma Giorgio Gori con un plebiscito. Può sorprendere, ma Bergamo si iscrive al trend metropolitano, non a quello delle città di provincia. E poi c’è l’Atalanta. Dite: cosa c’entra l’Atalanta? Ma oggi a Bergamo l’Atalanta c’entra con tutto. L’incredibile conquista della qualificazione in Champions League proietta la squadra e la città su un palcoscenico internazionale imprevedibile (ai danni proprio del Milan del sovranista Salvini). Forse siamo davanti a un salto culturale-caratteriale che è la fine di un processo che ha incubato per anni sottotraccia: Bergamo si apre per diventare città europea. Ricordate lo slogan bello quanto sfortunato ai tempi della corsa a Capitale della Cultura? Diceva: «Oltre le Mura». Ecco, metti che ci siamo vicini.