Diamanti-beffa «Investiti più di 10 milioni»
Il dato di Federconsumatori. Ma può lievitare
Ècresciuto esponenzialmente negli ultimi tre mesi il numero di risparmiatori bergamaschi che si rivolgono alle associazioni dei consumatori per chiedere un risarcimento al Banco Bpm (che nel 2014 ha assorbito l’ex Credito bergamasco) sui diamanti-beffa: preziosi acquistati tra il 2009 e il 2017 che, si è scoperto, valevano la metà o addirittura un terzo del prezzo d’acquisto. Il caso, in provincia di Bergamo, assume dimensioni non previste fino a pochi mesi fa: solo Federconsumatori sta trattando investimenti-beffa per 10,5 milioni di euro, suddivisi su 450 utenti. Mentre Adiconsum, che non ha ancora un quadro completo, ha ricevuto altre 600 persone. Le transazioni proseguono: il Banco Bpm, su pressione delle associazioni (dopo più incontri), ha anche deciso di risarcire i clienti che non possono ritirare i diamanti dalla Idb, la società venditrice ormai fallita.
Il caso diamanti è esploso negli ultimi tre mesi. Da febbraio il numero di risparmiatori che si sono rivolti alle due associazioni di consumatori, Adiconsum (Cisl), e Federconsumatori (Cgil), è cresciuto a dismisura. Può anche aver pesato l’eco mediatica avuta a febbraio dall’inchiesta milanese per truffa e riciclaggio, che aveva portato alla ribalta le beffe subite anche da vip come Vasco Rossi o Federica Panicucci, con sequestri pesanti a carico di due società venditrici, la Intermarket Diamond Business e la Diamond Private Investment, e di quattro banche: Unicredit, Monte dei Paschi, Banco Bpm (che ha assorbito l’ex Credito Bergamasco e l’ex Banca Aletti), Intesa Sanpaolo.
In provincia di Bergamo si gioca tutto (o quasi) sulla Intermarket e l’ex Credito Bergamasco, e la stima virtuale di mille risparmiatori coinvolti, fatta circa un anno fa da Adiconsum, si sta concretizzando, anzi rischia di essere superata. Ieri a fare il punto della situazione è stato il presidente di Federconsumatori Umberto Dolci, nella sede dell’associazione in via Garibaldi: «Negli ultimi mesi il lavoro a tutela degli investitori è cresciuto a dismisura. Siamo arrivati a trattare 450 casi in tutto». Ma è la cifra degli investimenti corrispondenti ad essere rilevante: 10 milioni e 551 mila euro. «Ci sono utenti che avevano speso 10 mila euro per l’acquisto di un diamante dalla Idb — dice Dolci — e ce ne sono altri che sono arrivati a cifre molto più alte, anche 70 mila euro». Federconsumatori ha ricevuto anche un investitore che aveva speso addirittura 600 mila euro e ha poi preferito seguire una sua strada «privata» per cercare un risarcimento.
Dolci scende nel merito dei numeri: «Circa 200 persone, sul totale di 450, hanno una transazione già definita, sulla carta, con il Banco Bpm, che risarcisce tra il 50 e il 60% del prezzo d’acquisto. Ma solo 50 di quei primi 200 hanno già incassato perché avevano tenuto il diamante comprato. Per gli altri è invece decisivo il recente accordo». Federconsumatori spiega infatti che c’è la pressione delle associazioni — che hanno incontrato più volte i dirigenti del Banco Bpm — dietro l’annuncio della banca della settimana scorsa: transazioni possibili (mai considerate in precedenza) anche con quei clienti che avevano lasciato in deposito la pietra all’Idb e che non potranno riaverla materialmente almeno fino a ottobre, perché i preziosi sono ormai vincolati alla procedura fallimentare della società. «L’attesa non è mai vana — aggiunge il presidente di Federconsumatori —. Finalmente anche quei 200 circa potranno transare, magari con qualche aggiustamento migliorativo dell’accordo». Altri 200 utenti hanno invece avviato le procedure previste (lettera di messa in mora alla Idb e al Banco Bpm, apertura della trattativa e poi accordi comunque individuali): sono i risparmiatori che hanno fatto gli investimenti più alti, tra quelli che si sono rivolti a Federconsumatori.
La stessa strada delle transazioni è stata intrapresa da Adiconsum Bergamo, presieduta da Mina Busi: «A noi si sono rivolti circa 600 utenti su questo caso, moltissimi negli ultimi mesi». Dal Banco Bpm nessun commento.
L’associazione
Dolci: «Anche grazie alla nostra pressione sono state sbloccate le transazioni»