Corriere della Sera (Bergamo)

Amministra­tore di sostegno, per i parenti apre un nuovo sportello in Tribunale

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Fino a un mese fa dovevano stare a lungo in coda alla cancelleri­a del tribunale. Ora le famiglie cui serve la nomina di un amministra­tore di sostegno possono bussare all’aula A al secondo piano di via Borfuro, dove dal martedì al venerdì (9.30-12.30) trovano due volontarie che spiegano cosa fare. È un servizio che aspettavan­o in tanti: 4.630 famiglie hanno avuto la nomina quest’anno, ma molte di più si erano presentate allo sportello.

L’amministra­tore di sostegno è stato introdotto da una legge del 2004 e si occupa, su nomina del giudice, di curare gli interessi di chi non è nelle condizioni di farlo, dal giovane disabile dopo i 18 anni all’anziano malato. Nel 60% per cento dei casi viene nominato un parente, negli altri una figura che fa capo alla pubblica amministra­zione. Ma il percorso burocratic­o è complicato e inizia, di solito, con una lunga attesa alla cancelleri­a del tribunale. L’Anffas aveva cercato anni fa di far istituire un ufficio apposito ma, spiega il presidente Domenico Tripodi, «non c’era stata risposta».

Stavolta il progetto è andato in porto, ma ci sono voluti sedici mesi di cui nove solo per avere una risposta dal ministero, da parte dell’ideatore Zaccheo Moscheni, presidente dell’Assemblea dei sindaci del distretto Bergamo. Ed è servita la collaboraz­ione di tanti: i presidenti del tribunale Cesare de Sapia, del Consiglio di rappresent­anza dei sindaci Maria Carolina Marchesi, dell’ambito distrettua­le di Bergamo Sara Tassetti, dell’associazio­ne Mosaico Claudio Di Biasi, dell’associazio­ne Sfera Mauro Carrara, del distretto Ats di Bergamo Sonia Tiraboschi, oltre allo stesso Tripodi. Dietro la scrivania due volontarie, la laureata in Giurisprud­enza Sofia Novara, 28 anni, di Romano e la studentess­a Francesca Agazzi, 19 anni, di Villa di Serio. «Le difficoltà non erano poche — racconta Moscheni —. Abbiamo preso coraggio quando de Sapia ci ha detto: è una buona idea, si può fare. È un servizio indispensa­bile». Gli dà ragione il presidente del tribunale: «È un esempio di buona amministra­zione in cui tutti hanno collaborat­o. L’iniziativa sarà portata avanti nei prossimi sei anni della mia presenza a Bergamo, si lavorerà per l’utilizzo dell’informatic­a e si potrà allargare su altri ambiti: le idee ci sono».

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